Presentazione del certificato di morte dell’azienda municipalizzata AMIU davanti ai propri figli: gli operai dell’azienda la maggior parte presenti che assistono in attesa della sentenza, forse definitiva forse no, aggrappati all’ultimo spiraglio, quello del pane, quello del lavoro.
Il sindaco fa una premessa su quella che ha rappresentato la storia della città di Vittoria e che ora irrimediabilmente possiede uno status ormai inoppugnabile. Essendo un’azienda speciale di igiene urbana che deve recuperare rifiuti e smaltirli tuttavia ha avuto negli ultimi anni troppe difficoltà includendo anche quelle di tipo economico. L’urgenza si è rappresentata già da qualche tempo nonostante si sia tentato a come ovviare percorsi di sopravvivenza della stessa. È stato attivato un sistema di controllo che prescinde dalle modalità di servizio perché ormai è in disavanzo cronico. Le difficoltà sono troppe e l’amministrazione non può continuare a lottare contro il patto di stabilità e limiti di assunzione per le enormi difficoltà finanziarie dell’azienda. L’atto in questione prevede la messa in liquidazione e la liquidazione potrebbe essere questione di settimane.
“Il passaggio dalla municipalizzata al privato dovrebbe essere indolore dal momento che con la Srr la legge regionale garantirebbe sia l’iter legislativo che regionale. Resta comunque impossibile l’idea di una società mista poiché non si è in grado di garantire nessun trasferimento. Ma la decisione è doverosa, si può sperare quando c’è un’azienda privata” spiega il sindaco. Gli uffici hanno disposto una procedura negoziata. Dodici sono le aziende che si sono candidate assicurando e garantendo il livello occupazionale e i criteri fondamentali del servizio.
Per il trasferimento e il passaggio da azienda pubblica a privata serve assolutamente una gara ad evidenza pubblica.
L’esponente del Pdl Giovanni Moscato e Giovanni Lombardo del Movimento territoriale di azione democratica chiedono non solo chiarimenti tecnici ma addirittura nel caso di Moscato, il ritiro della procedura negoziata perché considerata priva di fondamento, con le eventuali conseguenze dell’utilizzo, apportando delle modifiche per quanto riguarda la scelta del contraente. Lombardo insiste sui chiarimenti tecnici dell’atto. Secondo il consigliere, l’atto di indirizzo fa riferimento a una graduale dismissione dell’atto e chiedendo l’ammontare dei costi del personale per non parlare della spesa complessiva dell’AMIU. Inoltre si chiede se “è possibile l’affidamento per il singolo comune ad una ditta e bandire una gare per la gestione dei rifiuti?
Non si condivide la procedura intrapresa dall’amministrazione nell’aver scelto una nuova azienda per la raccolta di rifiuti prima dell’insediamento della Srr.
La gara pubblica garantisce l’affidamento del servizio in modo trasparente invece l’amministrazione ha preferito la procedura negoziata pubblicandone l’avviso prima dell’approvazione della delibera in consiglio comunale.
Non dimentichiamo che la situazione debitoria dell’azienda corrisponde a circa 19 milioni di euro maturati nel corso degli anni e l’azienda deve ancora ricevere circa 13 milioni. Liquidazione pertanto, che implica un percorso obbligato.
Per di più la presa di posizione dei 52 dipendenti-operatori che per 25 anni hanno prestato servizio all’azienda e non possono essere riconosciuti dipendenti pubblici.
La città trabocca di rifiuti per il mancato ritiro della spazzatura per via anche del contenzioso economico tra l’Amiu e la discarica di Gela luogo in cui confluiscono i rifiuti urbani.
Nel frattempo gli operai sono rientrati al lavoro ieri mattina perché il presidente Giovanni Giaquinta ha assicurato il pagamento di un acconto delle spettanze per il 6 c.m. E’ stato erogato anche il pagamento della fattura mensile impedendo l’ingresso degli autocompattatori nella discarica di Gela.
Drammatica la situazione esposta dai funzionari incaricati a gestire la prassi burocratica AMIU sulla condizione dei dipendenti che verranno assorbiti dall’azienda privata che a causa della spending review si troveranno peggio di prima. La catastrofica condizione dell’azienda porta a una riflessione e a un dubbio se si è in grado di dire se da qui a 6 mesi l’azienda sarà in grado di espletare ancora dei servizi. Quindi non si sa se l’azienda è in grado di vivere per altre 6 mensilità.
La liquidazione è stata votata dopo una lunga nottata. Il Pdl è uscito dall’aula, favorevoli PD e Sel contrario Lombardo del Mdt.