Questa mia nota per comunicarVi, dopo anni di militanza, di condivisione di idee, di battaglie politiche, la mia decisione, sofferta ma inevitabile, di lasciare il movimento politico Futuro e Libertà per l’Italia e il gruppo parlamentare all’Ars denominato FLI – Sicilia.
Fin dalla mia nascita politica ho sposato e seguito con trasporto ed entusiasmo la linea politica e la strada segnata dal leader Gianfranco Fini. In Alleanza Nazionale siamo partiti insieme. L’ho seguito nel Pdl, poi nella seppur breve esperienza del Pdl – Sicilia, ed infine nella nuova scommessa politica di Futuro e Libertà per L’Italia. Ero presente a Mirabello così come a Bastia Umbra. Io ed altri dirigenti che oggi condividiamo questa ulteriore scelta abbiamo lavorato nel territorio per la costruzione e strutturazione del nuovo partito, quel partito che doveva rappresentare la nuova destra, una destra europea e liberale, ma pur sempre una destra. Un nuovo partito responsabile, capace di dare risposte concrete ai problemi dei cittadini e di dargli voce.
Con la presentazione della mozione di sfiducia a firma Fli – Udc – Api – Mpa ed altri, e con la conseguente linea politica adottata si è sconfessato e messo da parte tutto quello che doveva essere alla base del nascente partito, si è cambiata rotta, si è decisi di andare all’opposizione favorendo la sinistra, di snaturare il ruolo del gruppo e di creare un terzo polo, non più una nuova destra ma forse un nuovo centro, chissà!
La nascita del Polo della Nazione insieme a Casini, Rutelli e Lombardo, rappresenta un terzo polo che sconfessa le nostre idee bipolariste. Allora mi chiedo siamo o non siamo più per il bipolarismo? andiamo verso il proporzionalismo? il nostro leader ha lavorato solo ed esclusivamente per far cadere Berlusconi e creare un terzo polo? perché mai dovremmo ritornare ad un sistema proporzionale che porterà alla nascita di nuove forze politiche e nuovi partiti. Un salto indietro nel passato di oltre 16 anni, e a che scopo? Ancora oggi la nostra povera Italia paga i danni causati da quella gestione politica e partitica della cosa pubblica.
Io personalmente sono per il sistema maggioritario, credo nel bipolarismo, secondo la linea che Fini e tutta AN hanno da sempre rimarcato. La strategia politica messa in campo da Fli negli ultimi mesi porta invece ad altro. Dovevamo creare insieme il partito della nuova destra italiana, ma a sentir parlare gli esponenti del partito a livello nazionale mi è sorto più volte qualche dubbio. E’ inaccettabile sentire affermare da parte di esponenti di FLI l’auspicio di una alleanza, anche solo elettorale, con il Pd e l’Italia dei valori; oppure sentire altri esponenti che lavorano la notte per trovare l’accordo con Berlusconi e poi altri individuarlo come il nemico da abbattere, o infine sentire le dichiarazioni di voto del capogruppo alla camera, Bocchino, che hanno dipinto Berlusconi, di cui abbiamo condiviso la leadership per oltre tre lustri e fino a pochi mesi fa, come la causa di tutti i mali dell’Italia.
Quello che in questo progetto politico, ambizioso, innovativo è mancato è stato l’unità di idee, di azione, troppi errori che ci hanno condotto in una situazione che non era quella che ci eravamo prefissi a Mirabello. Il voto del 14 Dicembre ha segnato un solco profondissimo e noi ci siamo messi dalla parte dell’opposizione, della sinistra, allontanandoci inesorabilmente dalla idea di Destra politica che fino a quel momento abbiamo vissuto. In Sicilia, poi, l’abbraccio mortale con Lombardo titolare di una azione di governo inesistente oltre che distante dai problemi dell’Isola ed a tratti anche contro alcuni territori come quello della Provincia di Ragusa (forse perché questa non ha dato al suo movimento molti suffragi) rendono FLI un contenitore vuoto senza un progetto ed una strategia chiara.
Non mi riconosco più nella linea politica di Fli e nella leadership di Gianfranco Fini, pur riconoscendogli le grandissime doti umane e politiche che ho apprezzato, seguito e condiviso e, pertanto, assieme alla stragrande maggioranza degli amici, dirigenti e militanti, abbiamo deciso di seguire un percorso politico diverso. Crediamo nell’idea e nel progetto di creare un partito del Sud, un partito meridionale e meridionalista, che possa servire da strumento per migliorare le condizioni di vita del nostro territorio, che possa meglio di qualsiasi altro partito farsi portavoce delle istanze che provengono dal Mezzogiorno D’Italia e difenderne gli interessi, le prerogative, la storia, la cultura, ed esserne quindi forza propulsiva. Non uno strumento che deve servire solo per fare politica ma che deve sopra ogni cosa garantire il territorio. Un mezzo finalizzato anche ad assicurare che il potere, gestito dalla politica, sia finalizzato con concretezza al soddisfacimento dei bisogni ed alle realizzazioni a cui il Sud dell’Italia ancora aspira.
Un partito in cui l’idea aggregante è forte, sentita e voluta dalla base, che trova radici politiche e storico – culturali nella nostra storia. Nella storia del Mezzogiorno d’Italia! Un partito che ha come obbiettivo strategico quello di affrontare la Questione Meridionale. Idea fondante e scopo che muove ogni azione di chi, come me sposa questa causa, vuole vedere finalmente occupare alla Questione Meridionale il centro del dibattito della politica nazionale. Nel contesto attuale di affermazione del federalismo, un partito che si preoccupa anzi tutto delle sorti del Sud, è strumento essenziale per garantirne l’equilibrio a favore anche del Mezzogiorno e non solo del Nord.
Per queste ragioni, assieme a tantissimi dirigenti ed amici, abbiamo deciso di condividere il progetto di Forza del Sud fondato da Gianfranco Miccichè che incarna tutte queste finalità e che scegliendo un’area politica di riferimento ben precisa, quella di centrodestra, permetterà a me come agli altri, di proseguire il nostro impegno politico all’insegna dei valori e delle idee in cui crediamo da sempre e ci consentirà di arricchirlo ulteriormente dedicando attenzione primaria e fondamentale al raggiungimento di obbiettivi voluti e condivisi dal territorio che ci onoriamo di rappresentare. (p.c.)