“Tutti i pazienti colpiti dalle forme più gravi di Covid-19, tra cui coloro che sono stati sottoposti all’ossigenoterapia o ricoverati in rianimazione, devono essere nel tempo dopo la guarigione, sottoposti a controlli che riguardino tutti gli organi. Non lo diciamo certo noi ma lo affermano gli esperti.
E vorremmo capire sino a che punto ci stiamo attrezzando, a livello sanitario, per andare ad affrontare le problematiche del cosiddetto Long Covid”. E’ quanto chiarisce l’associazione Reset Vittoria che raccoglie le perplessità più comuni manifestate lungo questa direzione.
“Ci sono pazienti – dice il segretario di Reset, Alessandro Mugnas – che raccontano di fare anche fatica a respirare, perché i muscoli coinvolti non hanno la forza sufficiente a svolgere la loro funzione. Eppure, questo aspetto non è ancora considerato come si dovrebbe. Poche e mal distribuite sono infatti le strutture che hanno messo a punto percorsi ad hoc per i reduci da Covid-19. Vorremmo capire se all’Asp di Ragusa si sta pensando a qualcosa del genere anche se i danni permanenti a livello dei polmoni, degli occhi, del cuore e del fegato non sono così frequenti.
Non bisogna però sottovalutare la persistenza della stanchezza. Secondo gli esperti, sarebbe opportuno individuare chi ha bisogno di un programma di riabilitazione e di supporto nutrizionale attraverso cui controllare la perdita di massa muscolare. Importante è anche la gestione dei disturbi della sfera psichica di questi pazienti, molti dei quali presentano un disturbo post-traumatico da stress.
A maggiore rischio, a rigore di logica, sarebbero i più anziani. Ma al momento non si può affermare che il Long Covid risparmi alcune fasce di età. Ci auguriamo che, pur nella delicatezza del momento, con l’incremento dei contagi che stanno interessando tutto il nostro territorio provinciale, così come il resto della Sicilia, si stia pensando a qualcosa di concreto anche per affrontare tale prospettiva”.