Con una breve intervista rilasciata ai giornalisti, il vicepremier on.Luigi Di Mario, ha suggellato la sua visita ieri sera all’ anfiteatro Pietrenere di Pozzallo. Grande partecipazione di forze dell’ordine, di giornalisti e di gente comune ma della classe politica iblea quasi nessuno. Dopo un sobrio preambolo dell’on. Stefania Campo, dell’on..Maria Lucia Lorefice e dell’on. Giancarlo Cancelleri, ha preso la parola il vicepremier mettendo subito sul piatto “i problemi che assillano la Sicilia una delle regioni più ricche d’Italia con risorse come agricoltura e pesca, ma nello stesso tempo la più povera”.
La Sicilia, ha detto Di Maio, è stata sempre il terreno degli esperimenti più nefandi. “Troppi politici e intellettuali si sono arroccati in un patriottismo di maniera, restio a correggere qualunque stortura. Centinaia di milioni di euro dissipati in finti corsi di formazione, vasti lavori pubblici, fatti solo per far lavorare le imprese, con la scusa di creare occupazioni, enormi spese in sanità con risultati miserevoli; crescente divaricazione fra alti stipendi e pauperizzazione dei più; lo scempio dei servizi pubblici; mafie e imprese che ingrassano sugli appalti. Questa – ha detto Di Maio – è l’arida eloquenza dei numeri. Due meccanismi solo in apparenza opposti, sono all’opera: da un lato le mafie che utilizzano le enormi liquidità ricavate da attività illegali per impadronirsi di banche e imprese, controllando politica e finanza; dall’altro, la persistente desolazione economica giustifica i fondi europei che si riversano in quelle sfortunate regioni. È vero – ha tuonato Di Maio – la Sicilia meriterebbe aiuto dall’Europa, non fosse che quando arriva è in balia dei soliti noti. Crescono così disperazione e sdegno, ma la capacità di analisi degli intellettuali, molte volte è drenata dalla loro frequente emigrazione e frenata dal cinismo di una politica spudoratamente clientelare inquinata e dominata dall’amorale familismo”.
Ha parlato poi della burocrazia, troppe lungaggini burocratiche, che fanno perdere ai cittadini solo tempo e denaro. Ha parlato della scuola, che deve essere più attenta alle esigenze degli allievi e dei genitori. “Io mi impegnerò per far si che la Sicilia risorga. Oggi le mie sono solo promesse – ha concluso il vicepremier Luigi Di Maio – ma da domani saranno fatti”.
Di Maio ha detto anche che non avrebbe parlato di migranti, ma l’ha poi fatto pur se brevemente: “Non utilizzo Pozzallo per parlare di migranti”, è l’esordio del vicepremier Luigi Di Maio nella cittadina del Ragusano, simbolo dell’accoglienza. ed è la risposta a chi domanda cosa ne pensa delle parole del presidente della Camera, Fico, dette proprio a Pozzallo. Ma poi il leader dei 5stelle attacca l’Europa e i precedenti governi, in un anfiteatro gremito: “I vecchi politici, in cambio di mancette, hanno trasformato l’Italia nell’unico porto aperto di tutta Europa. Non mi faccio fare la morale dagli altri Paesi e dagli altri partiti”. Poi aggiunge: “Non ci venite a dire che siamo un popolo chiuso. Dalle mie parti si dice ‘buoni sì, ma fessi no”. Dopo un caloroso applauso il ministro si è congedato dalla folla. Presenti alcune delegazioni con dei cartelli, come i dipendenti del Consorzio di Bonifica e i docenti trasferiti al Nord in attuazione della riforma scolastica del precedente Governo.
contributo editoriale di Giovanna Cannizzaro
contributo fotografico di Giuseppe Palermo
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