Oggi nel mio paese, S. Croce Camerina, si celebra la festa di San Giuseppe. E’ la festa religiosa più sentita, si preparano le tipiche “cene”, rappresenta l’occasione per tanti che vivono fuori o sono emigrati per ritornare in paese. Questa celebrazione è all’insegna della solidarietà, o almeno così nello spirito originale. Il clima è di convivialità gioiosa, come si conviene ad un paese piccolo in cui ci conosciamo tutti. Eppure tante nubi si profilano all’orizzonte: l’incognita Libia, il terremoto e il disastro nucleare in Giappone. Sono due questioni diverse, ma minacciano la nostra sicurezza e la nostra salute. Non abbiamo strumenti in grado quantificarne le conseguenze, ma sappiamo quanto gravi potranno essere. L’Italia 24 anni fa, con un referendum, si è espressa contro il nucleare, ma il presidente del consiglio ha ritenuto di agire diversamente. Uno dei siti individuati in Sicilia è tra Torre di Mezzo e Marina di Ragusa, nel nostro territorio. Considerato che la Sicilia è ad alto rischio sismico, vorremmo sapere l’arcano motivo di questa scelta. La decisione di aprire al nucleare è comunque demandata ai presidenti di regione, e Lombardo ha detto NO. Comunque per il referendum del 12 giugno il nostro impegno per impedire questa follia sarà massimo. Cerchiamo fin da ora di sensibilizzare le persone con un passaparola, oltre che con la propaganda ufficiale. E per la Libia, come possiamo definire la posizione dell’Italia, e della Sicilia che ne costituisce la punta avanzata, la prima linea? L’Onu ha approvato la no fly zone, ma allora è un preludio di guerra? Ed ancora, l’Italia metterà a disposizione le basi aeree, ma noi, che siamo ad un tiro di schioppo dal nord-Africa, quali conseguenze potremo avere? Tante le considerazioni e le preoccupazioni al riguardo. Alla luce della disponibilità del ministro libico di sospendere le ostilità, si potrebbero inviare degli osservatori e tentare tutte le vie diplomatiche per evitare un conflitto, che presenta sempre delle incognite e che sicuramente farebbe delle vittime innocenti. Abbiamo assistito a delle catastrofi umanitarie senza precedenti, eppure ho l’impressione che ad essere evidenziato è stato l’impatto economico che ne deriverà all’occidente. E’ opportuno riportare l’art.11 della nostra costituzione, che, mi pare, si cerca di aggirare con tante mistificazioni.
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”
Due grandi incognite pesano sul nostro futuro e sulla sicurezza dell’umanità, siamo ad un bivio tra la saggezza e la follia, tra la solidarietà e la guerra. L’ambiente e la natura costituiscono le nostre risorse, garantiscono la nostra sopravvivenza, usiamoli con rispetto. Le diseguaglianze tra un mondo iniquamente diviso tra ricchi e poveri, non possono garantire la pace . Non può esistere libertà senza democrazia, solidarietà senza rispetto, pace senza giustizia sociale. Per noi e per il futuro dei nostri figli, scegliamo di rispettare l’ambiente, la dignità della persona, la pace! Scegliamo per il futuro, scegliamo la solidarietà, la pace, la vita!