«Mai più leggi di notte». Il Movimento 5 Stelle all’Ars è sempre più determinato a portare avanti quella che definisce una “battaglia di civiltà”. Dopo la Finanziaria approvata all’alba del primo maggio, con un’estenuante maratona notturna che ha visto crollare sugli scranni parecchi deputati, sopraffatti dal sonno, il gruppo parlamentare vuole mettere la parola fine ad una “indecente” pratica ormai divenuta una costante a sala d’Ercole. Per questo ha scritto ai presidenti della Regione, dell’Ars e della commissione Bilancio. La ratio della lettera: accelerare i lavori sulla finanziaria, per farla sbarcare a palazzo dei Normanni con notevole anticipo rispetto all’esame della commissione e dell’aula, in modo da non costringere i parlamentari all’ennesimo tour de force con sedute fiume ad ore impossibili in commissione Bilancio prima e in aula dopo.
«Per fare leggi che siano rispettate – dice il capogruppo Salvatore Siragusa – dobbiamo fare leggi rispettabili. E di notte, col sonno che avanza e con i riflessi sotto i tacchi, si possono fare solo porcherie. Non si può chiederci di legiferare su cose importantissime per la Sicilia in condizioni inaccettabili. E’ un affronto a noi e, soprattutto, ai siciliani. Noi non ci stiamo».
Il deputato Francesco Cappello chiede ad Ardizzone di muoversi a tutela del Parlamento. «Il presidente dell’Ars – dice Cappello – deve pretendere il rispetto dell’istituzione che rappresenta. Crocetta non può fare i suoi comodi e poi costringerci a lavorare in condizioni impossibili. La prossima scadenza è fissata a luglio, il presidente della Regione ha tutto il tempo per farci avere la bozza in tempi accettabili. Anche a giugno. Ad Ardizzone ricordo che lo stop alle leggi notturne era stato un preciso impegno che lui stesso aveva preso. E’ venuto il momento di tenergli fede».
«La verità – dice il vicecapogruppo Giorgio Ciaccio, componente della commissione Bilancio – è che dietro a tutto ciò c’è una precisa strategia. Di notte e con la soglia di attenzione bassissima è più facile fare passare le più assurde nefandezze, cosa che non possiamo assolutamente permettere. E il problema non è solo per le nottate in aula e in commissione. Dentro al testo può esserci di tutto, nascosto nel gioco di rimandi tra leggi e commi che a loro volta rimandano, modificano o cassano altre norme. Ogni volta scopriamo qualche trappola, nascosta. L’ultima volta, ad esempio, un tentativo di condono edilizio che abbiamo stoppato in extremis. Per esaminare il testo mettiamo al lavoro h24 tutti i componenti del nostro staff legislativo, ma ciò non basta se il tempo che hai a disposizione per esaminare il testo è di un paio di giorni. Così non è possibile andare avanti».