Mafia: Operazione Plastic Free, torna libero Raffaele Donzelli

Dopo Giovanni Donzelli che e’ uscito dal carcere ma si trova ai domiciliari, il figlio Raffaele torna libero perche’ la misura degli arresti in carcere e’ stata revocata dal Tribunale collegiale di Ragusa, sezione penale (Vincenzo Panebianco, Elio Manenti e Maria Rabini) – con ordinanza in materia cautelare emessa stamattina. Per Raffaele Donzelli, coinvolto come il padre nel processo scaturito dall’operazione Plastic Free condotta a ottobre del 2019 con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia nel Vittoriese, sarebbe venuta meno l’esigenza cautelare della custodia in carcere in atto. Per arrivare alla decisione, il Tribunale ha preso in esame anche la situazione del padre Giovanni per il quale la Cassazione ha annullato le misure cautelari ritenendo l’insussistenza di gravi indizi in ordine all’associazione a delinquere di stampo mafioso e del concorso nella stessa “pur argomentando la persistente sussistenza del quadro di gravita’ indiziaria senza la contestata aggravante”.

Giovanni Donzelli e’ ai domiciliari perche’ su di lui pende anche un procedimento per bancarotta fraudolenta davanti al Tribunale di Gela. La tesi della Dda che ha portato alla esecuzione di 15 provvedimenti, scaturita nell’operazione Plastic Free, aveva disarticolato a Vittoria, un gruppo associato riconducibile alla stidda. Estorsione pluriaggravata, illecita concorrenza con minaccia, lesioni aggravate, ricettazione, detenzione e porto di armi da sparo, danneggiamento seguito da incendio e traffico illecito di rifiuti aggravato. Il tutto commesso con l’aggravante del metodo mafioso.

La gestione del ciclo della plastica. In carcere finirono uniti dall’associazione mafiosa, personaggi definiti di alto calibro: Claudio Carbonaro, ex pentito e reo confesso di decine di omicidi, Salvatore D’Agosta, Giuseppe Ingala, Antonino Minardi, Crocifisso detto Lucio Minardi, Emanuele Minardi, Salvatore Minardi e Giovanni Tonghi. Giovanni Donzelli e Raffaele Donzelli, invece, sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e reati di tipo ambientale per lo smaltimento dei rifiuti. Altri 5 soggetti finirono ai domiciliari ma senza il reato associativo.

Torniamo alla decisione odierna. Il Tribunale nello scarcerare Raffaele Donzelli specifica che non si tratta della conseguenza della revoca al padre ma della valutazione di elementi “autonomi”. Bisogna pero’ prendere atto della decisione della Cassazione e il Tribunale collegiale analizza che le posizioni di padre e figlio sono speculari. Quindi per Raffaele Donzelli viene ritenuto “insussistente il grave quadro indiziario” anche in relazione al concorso esterno in associazione mafiosa. Resterebbero invece sussistenti i gravi indizi di colpevolezza che riguardano i reati di inquinamento ambientale e la detenzione di un’arma. Proprio per l’arma, “sembra di potere condividere le argomentazioni difensive (prodotte dal legale Santino Garufi) in ordine al non certo collegamento delle condotte contestate con l’associazione contestata e con il traffico di rifiuti”, dice il Tribunale. In conclusione, secondo il Tribunale collegiale di Ragusa, sezione penale, e’ venuta meno l’esigenza di custodia cautelare in carcere che e’ stata revocata con contestuale disposizione di scarcerazione immediata.

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