Con riferimento alla discussione in corso all’Assemblea Regionale Siciliana sulla manovra di bilancio regionale, il Presidente di Confindustria Ragusa, Ing. Enzo Taverniti, ha espresso ieri la sua preoccupazione per l’ennesima previsione di oneri pesantissimi a carico delle imprese:
un prelievo forzoso di 0,50 cent. a metro cubo sui materiali da cava, in un momento in cui il settore sta operando con riduzione di volumi superiore al 40%, e inevitabili effetti sull’indotto (cemento, edilizia, lavorazioni lapidee, etc);
un incremento dei canoni per l’utilizzo di fonti idriche già autorizzate a fini industriali, che avrebbe un impatto sui costi pari al 10-15%;
un incremento del 600% del canone per le autorizzazioni all’utilizzo delle acque minerali, comparto che fattura milioni di euro e occupa svariate centinaia di persone.
Confindustria Sicilia ha subito inviato una nota all’Assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, il quale ha già espresso la sua disponibilità a considerare le questioni sollevate.
Nel contempo, il Presidente Taverniti ha allertato l’intera deputazione regionale della Provincia, che ha opportunamente condiviso le istanze dell’Associazione degli Industriali di Ragusa e si è resa disponibile sia a vigilare nei prossimi giorni in sede di discussione parlamentare, sia ad avviare al più presto un confronto a livello provinciale riguardo alle politiche industriali della Regione Siciliana.
A questo riguardo Confindustria Ragusa ritiene che sia giunto il momento di attivare un vero confronto sulle prospettive di sviluppo del nostro Territorio, non delegando alle norme di bilancio un ruolo che non gli compete. Ancora una volta sarebbe troppo facile racimolare risorse a carico delle imprese produttive, senza intervenire sulle sacche di spreco per finanziare l’economia reale.
Confindustria Ragusa, nell’apprezzare la disponibilità dei deputati regionali, continuerà, nei prossimi giorni, ad operare per trovare una soluzione che non danneggi le imprese, esercitando la sua funzione di rappresentanza delle imprese e di controllo sui livelli istituzionali, specie quello regionale, affinchè recuperi al più presto un’ottica di sviluppo industriale.