Martedì a Scicli la celebrazione ecumenica di preghiera nella settimana per l’unità dei cristiani.

di Pinella Drago – La celebrazione si terrà nella sede della chiesa metodista di Scicli, in corso Mazzini, con inizio alle 19.15 ed è organizzata dall’Ufficio per l’Ecumenismo ed il dialogo interreligioso e dalla chiesa metodista. “Credi tu questo?” questa la domanda che è al centro della Settimana di quest’anno che si concluderà il 25 gennaio; è la domanda che Gesù rivolge a Marta nel racconto della resurrezione di Lazzaro: “Credi tu questo?” (Giovanni 11,26).
Quest’anno ha un importanza particolare perchè nel 2025 ricorre l’anniversario del Concilio di Nicea (325), millesettecento anni.

“Le Chiese, con il Credo di Nicea, riconoscono nelle sue formulazioni una compiuta espressione della fede cristiana che tutte condividono – riflettono i promotori a livello unitario ed interreligioso – questo ci ricorda che a monte delle nostre storie, diverse e spesso divise, delle nostre diverse prospettive, c’è la stessa vocazione da parte dell’unico Signore Gesù Cristo, che tutti chiama all’obbedienza della fede. La comunione che viviamo, il dialogo che promuoviamo e l’unità che cerchiamo non sono dunque basate sui nostri buoni propositi, ma sulla comune chiamata a ricevere e testimoniare l’amore di Dio in Cristo. Al centro della Settimana di quest’anno c’è la domanda che Gesù rivolge a Marta nel racconto della resurrezione di Lazzaro: “Credi tu questo?” (Giovanni 11,26). Riceveremo anche noi, insieme, questa domanda, la stessa per tutti e posta dall’unico Signore, e saremo chiamati insieme a riflettere sulla nostra fede, sulla nostra testimonianza e sul nostro servizio, e a rispondere, ognuno e tutti. Disponiamoci dunque a condividere la gratitudine per la vocazione che abbiamo ricevuto e a rispondere alla domanda di Gesù a Marta, chiedendo allo Spirito di allargare i nostri cuori, di aprire le nostre menti, di orientare i nostri passi e di farci vivere la realtà della fraternità che supera le nostre storie particolari. Che il nostro incontrarci provenendo da strade diverse possa anche essere una testimonianza in tempi sempre più conflittuali”.