MARTEDI NOTTE SCATTATA A RAGUSA L’OPERAZIONE “AGNELLINO”

180 uomini della Polizia di Stato coordinati dalla Squadra Mobile della Questura Ragusa, appartenenti ai Commissariati di P.S. di Comiso, Vittoria e Modica, al Reparto Volo di Palermo, alle Squadre Cinofili di Catania e Palermo, alla Squadra Volanti, al Reparto Prevenzione Crimine ed al personale di ogni ufficio della Questura iblea, alle ore 04.00 hanno proceduto alla cattura dei destinatari l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei territori di Comiso, Vittoria, Marina di Ragusa, Scicli e Santa Croce Camerina.

Alcune catture sono state eseguite a Roma e Gioia Tauro (RC) in collaborazione con i colleghi della Polizia di Stato della Squadra Mobile capitolina, della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato di P.S. di Gioia Tauro.

Dall’alto l’elicottero Poli 486, venuto da Palermo a dare man forte ai colleghi di Ragusa, controllava che durante le delicatissime fasi della cattura tutto avvenisse in piena sicurezza per gli operatori di Polizia e per “coprire” eventuali fughe. L’elicottero dotato di telecamera ad infrarossi ed abilitato al volo notturno ha permesso una piena efficienza della vasta operazione di Polizia.

29 gli obiettivi da raggiungere, 23 dei quali da catturare e altri da sottoporre a perquisizione finalizzata alla ricerca di stupefacenti e armi.

5 Squadre di Cinofili si sono occupate della ricerca di armi e droga nei siti interessati, verificando che gli arrestati non avessero in casa, nei vivai e nelle azienda di allevamento bestiame della sostanza stupefacente così come era uso dell’organizzazione.

Il Reparto Prevenzione Crimine e la Squadra Volanti coordinati dalla Sala Operativa 113 hanno permesso di controllare il territorio in contatto radio con l’elicottero che vigilava dall’alto su tutti gli obiettivi, attraversando la provincia iblea in lungo e largo.

L’operazione della Polizia di Stato, di enorme portata, ha permesso di sequestrate durante le catture, centinaia di munizioni d’arma da fuoco di particolare pericolosità offensiva, una carabina e 2 pistole (in fase di accertamento della Polizia Scientifica con esame balistico il loro eventuale utilizzo per delitti insoluti) grazie all’abilità di “Andi” poliziotto a “quattro zampe” della Squadra Cinofili di Catania e 10 gr. di cocaina grazie al fiuto dei cani “Nembo e Asko” della Squadra Cinofili di Palermo. La droga rinvenuta a casa di Cangelosi Rita e del marito Boschi Pieruccio (entrambi arrestati), è stata scovata all’interno del water, in quanto la donna ha tentato invano di ivi occultarla. I cani, hanno comunque permesso il rinvenimento e sequestro la sostanza stupefacente. La cocaina era già suddivisa in numerose dosi per la vendita.

A termine dell’operazione gli arrestati sono stati condotti presso gli istituti di pena di Ragusa, Augusta, Catania, Siracusa e Taranto in attesa degli interrogatori di garanzia da parte del G.I.P. di Catania.

iL VIDEO DELL’OPERAZIONE: http://youtu.be/ltVyJ7Xj0vQ

SINTESI INDAGINE POLIZIA DI STATO:

La Polizia di Stato ha smantellato una consistente organizzazione criminale che gestiva il traffico di droga dall’ingrosso al dettaglio, ai cui vertici stavano esponenti collegati alla cosca mafiosa Dominante-Carbonaro e diversi cittadini albanesi che la importavano dal loro paese. Tra i membri dell’associazione diversi pastori, da cui il nome dell’operazione “agnellino”, attribuito dagli adepti: un “agnellino” corrispondeva ad un kilogrammo.  La base dell’organizzazione era Comiso, ma si estendeva su tutta la provincia Iblea, in particolar modo nei comuni di Scicli e Santa Croce Camerina.

Il giro di affari fruttava ai sodali centinaia di migliaia di euro al mese.

GENESI DELL’INDAGINE.

Le indagini prendevano spunto da prime attività di osservazione di FIRRISI Emanuele detto “zù Neli”. Alla Squadra Mobile di Ragusa avviava un’accurata attività d’osservazione nei confronti dei di Firrisi, in quanto dopo essere stato scarcerato nel 2009 risultava avere costituito nel territorio di Comiso, un’autonoma organizzazione criminale dedita al traffico di droga.

Firrisi Emanuele era stato scarcerato dopo aver scontato la condanna a 17 anni di reclusione per aver promosso e organizzato a Comiso un’associazione per delinquere armata, finalizzata al traffico degli stupefacenti e ritenuta collegata al clan mafioso Dominante-Carbonaro di Vittoria.

L’ipotesi investigativa trovava riscontro nei diversi arresti in flagranza di reato di FIORE Emanuele e di ERRIGO Concetto, “collaboratori” di FIRRISI Emanuele.

Il primo per detenzione illegale di una rivoltella “Rast e Gasser” calibro 8 mm nel 2010 ed il secondo tratto in arresto a Comiso, sempre nel 2010, perché trovato in possesso di 500 grammi di cocaina.

L’ORGANIZZAZIONE.

Promuovevano l’associazione e ne dirigevano l’attività, impartendo agli altri associati precise direttive in ordine all’acquisto delle sostanze stupefacenti, nonché alle modalità di occultamento e di cessione delle stesse:

FIRRISI Emanuele (sospettato di essere un personaggio di spicco della mafia comisana, rispettato da tutti e capace di ordinare qualsiasi atto delittuoso e di avere nella sua disponibilità diverse armi da poterle per raggiungere i suoi scopi, così come ha più volte ribadito il figlio oggi anch’egli arrestato)

2.  FERRANTE Antonino (pluri-pregiudicato di elevato spessore in seno alla criminalità organizzata, operante nel territorio di Scicli,  e detenuto per omicidio dal 2007)

3.   KALEMAJ Roland (il punto di riferimento dell’associazione per l’approvvigionamento della droga nella Provincia iblea).

4.   HASALLA Armand (acquistava la droga direttamente in Albania e si occupava del trasporto in Italia unitamente ad alcuni degli associati; da lui dipendeva il prezzo della marijuana dell’intero mercato ibleo).

Gli altri associati partecipavano all’organizzazione, occupandosi materialmente dell’acquisto, dell’occultamento e della cessione delle sostanze stupefacenti.

IL MODUS OPERANDI.

L’associazione si occupava di fornire le più grandi “piazze di spaccio” della Provincia iblea e della vicina Gela, importando centinaia di chilogrammi di marijuana e cocaina dall’Albania, terra natia di parte dei sodali. Per il trasporto, l’obiettivo era quello di rischiare meno possibile, facendo grossi carichi e quindi diminuendo i viaggi, di conseguenza i controlli della Polizia. Nei momenti di necessità, parte degli associati si occupavano di vendere anche al dettaglio a “clienti” facoltosi evitando i tossicodipendenti squattrinati considerati “rischi inutili” (così come li chiamavano loro).

La droga veniva nascosta sotto terra negli allevamenti di bestiame e nei vivai di alcuni degli associati. I luoghi permettevano una perfetta conservazione della marijuana ed erano considerati nascondigli sicuri, fino a quando nel 2011 la Squadra Mobile ed il Commissariato di P.S. Comiso non hanno scoperto tutto e sequestrato centinaia di chilogrammi seppelliti sotto metri di terra. 

La regola per loro era quella di non parlare mai al telefono e comunque di fingere di parlare di cose attinenti le loro attività lavorative di copertura, da qui il nome dell’operazione “agnellino”, in quanto alcuni membri dell’associazione sono allevatori e pastori.

1 agnellino corrispondeva ad 1 kg di marijuana.

Le attività investigative sono state supportate anche da intercettazioni telefoniche, ambientali e da video-riprese e corroborate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.

Le modalità dello spaccio andavano dalla consegna in piccole dosi ai “clienti” direttamente presso le loro dimore, oppure presso le abitazioni delle donne (mogli dei promotori dell’organizzazione) oggi arrestate. Le signore, simulavano di consegnare delle buste della spesa ai clienti che invece contenevano marijuana.

IL TRASPORTO

Gli odierni arrestati al fine di eludere i controlli di Polizia, escogitavano i sistemi più svariati. In un’occasione hanno importato grosse quantità di droga dall’Albania celandole all’interno di veicoli ad hoc incidentati, trasportati a loro volta da carri attrezzi. In un’altra occasione la droga è stata allocata all’interno di valige lasciate a bordo di un treno con destinazione Sicilia senza, apparentemente, alcun passeggero al seguito che invece sedeva nello scomparto accanto così da monitorare eventuali controlli della Polizia Ferroviaria.

 

IL RUOLO DELLE DONNE.

1.  ARRABITO Bartolomea è la moglie di KALEMAJ Roland, personaggio di spicco del gruppo criminale degli albanesi – stabilmente e organicamente collegato a quello del FIRRISI – dedito al traffico internazionale di sostanze stupefacenti tipo cocaina e marijuana. Dopo l’arresto del marito, prendeva in mano le redini dell’attività illecita, eseguendo di volta in volta le direttive impartite dal marito detenuto in occasione dei colloqui in carcere, cui ella partecipa settimanalmente e divenendo punto di riferimento per gli altri associati.

Manteneva i contatti con ERRIGO Giovanni, divenuto il suo referente principale dopo l’arresto di FIRRISI Emanuele, sia al fine di trattare la cessione dei circa 70 chilogrammi di marijuana  custoditi presso il vivaio MAUGERI, per i quali la stessa individuava dei potenziali acquirenti nel territorio di Pachino (SR).

ARRABITO si recava frequentemente a Scicli presso l’abitazione di CANGIALOSI Rita per concordare la fornitura di marijuana, fatta pervenire dal marito dall’Albania. Circostanza significativa del ruolo non secondario svolto dall’ARRABITO all’interno dell’associazione è il fatto che la stessa, al diniego da parte di ERRIGO Giovanni di provvedere ad elargire somme di denaro da destinare ai familiari dei detenuti, prelevava delle somme dalla cassa comune del gruppo e le faceva pervenire a FIRRISI Michele e a BELLASSAI Corrado.

 

2.   CANGIALOSI Rita, insieme al marito BOSCHI Pieruccio, curava personalmente i contatti con gli altri affiliati del sodalizio, pianificando, con l’altra donna dell’organizzazione ARRABITO Bartolomea, le modalità della cessione di chilogrammi di marijuana.

Seguendo le direttive impartitele dal figlio FERRANTE Antonino  in occasione dei colloqui in carcere concordava diversi trasporti di stupefacenti da Catania a Scicli e l’acquisto di ingenti quantitativi di stupefacente.

A seguito dei numerosi arresti da parte della Polizia di Stato diventava punto di riferimento dei “clienti”, tanto che grazie al servizio di video riprese della sua abitazione installato durante le indagini si appurava che forniva diversi quantitativi di cocaina all’ingrosso per essere spacciati.

I consigli e le preoccupazioni dei mariti nei riguardi delle donne:

stai attenta quando la vendi al dettaglio a casa, preferendo la vendita di un solo pezzo (da un kg.) al giorno. Fai in modo che lo spaccio avvenga in ore diurne e non notturne e che quando venie qualcuno di notte, buttalo fuori casa. Fatti montare una telecamera esterna per vedere chi arriva e se è caso apri altrimenti fai finta di non essere presente. Eventualmente viene la Polizia di notte, metti la roba in un pacco di sigarette e buttala fuori dalla finestra, per poi la riprendi la mattina seguente con la scopa facendo finta di spazzare.

IL MAESTOSO VOLUME D’AFFARI

 

Acquistavano dall’Albania centinaia di kilogrammi di marijuana così come cocaina.

Il giro d’affari era impressionante, se si pensa che il prezzo al dettaglio è 15 euro in media al grammo. Dalle indagini è emerso che in una sola occasione hanno importato 1.200 kg di marijuana parte dei quali (circa 400 kg) desinati a Ragusa, il resto a Catania ed altre province siciliane.

Il valore della merce sul mercato sfiora i  20.000.000 di euro.

3.600.000 le dosi ricavabili una volta confezionata in spinelli, considerato che in una “canna” l’assuntore mescola con il tabacco 0.3 grammi.

 

NOMINATIVO E LUOGO ESECUZIONE CATTURA

1)     FIRRISI Emanuele (detto zu Neli) nato a Comiso (RG) il 18.3.1947 ed ivi residente; (GIA’ DETENUTO)

2)       FERRANTE Antonino (detto Tony u palermitanu), nato a Palermo il 26.2.1970 e residente a Scicli (RG); (GIA’ DETENUTO)

3)       HASALLA Armand, nato in Albania il 5.3.1973 e residente a Roma; (CAVA D’ALIGA frazione marinara di SCICLI)

4)    KALEMAJ Roland (detto Lanj), nato in Albania l’11.8.1976 e residente a Marina Ragusa (RG). (MARINA DI RAGUSA frazione marinara di Ragusa)

5)       ARRABITO Bartolomea, nata a Cosenza il 22.7.1973, residente a Marina di Ragusa; (MARINA DI RAGUSA frazione marinara di Ragusa)

6)        BOSCHI Pieruccio, nato a Scicli (RG) il 21.11.1955 ed ivi residente; (SCICLI)

7)        CANGIALOSI Rita, nata a Torretta (PA) il 17.4.1947 e residente a Scicli (RG); (SCICLI)

8)        FIRRISI Michele, nato a Comiso (RG) il 23.10.1986 ed ivi residente; (MARINA DI RAGUSA frazione marinara di Ragusa);

9)       BELLASSAI Corrado, nato a Ragusa il 5.11.1970 e  residente a Comiso; (COMISO)

10)     ERRIGO Giovanni (detto Giovanni u picuraru o u spilatu), nato a Comiso (RG) il 3.7.1960 ed ivi residente; (COMISO)

11)     GIUDICE Francesco (detto cicciu u viddanu), nato a Vittoria (RG) il 17.4.1979 ed ivi residente; (VITTORIA)

12)     INCREMONA Salvatore (detto Tatò a scimmia) , nato a Comiso l’8.3.1954 ed ivi residente; (COMISO)

13)     LAURETTA Giuseppe, nato a Comiso (RG) il 4.10.1982 ed ivi residente; (COMISO)

14)     MAUGERI Antonio, nato ad Aci Sant’Antonio (CT) il 14.1.1950 e residente a Comiso; (COMISO)

15)     OCCHIPINTI Sebastiano (detto vastianu scupetta), nato a Santa Croce Camerina (RG) il 4.1.1950 ed ivi residente; (SANTA CROCE CAMERINA)

16)     XEKA Ylber (detto Yuri), nato in Albania il 23.8.1985 e residente a Santa Croce Camerina (RG); (SANTA CROCE CAMERINA)

17)     XEKA Sheptim (detto Gimmy), nato in Albania l’8.4.1979 e residente a Santa Croce Camerina (RG); (SANTA CROCE CAMERINA)

18)     SACCONE Giuseppe (detto Peppi u napulitanu), nato a Torre Del Greco (NA) il 18.9.1972 e residente a Vittoria; (TARANTO)

19)     PACE Biagio (detto Biagio popi popi), nato a Comiso il 29.05.1981 ed ivi residente; (sottoposto a fermo di indiziato di delitto e non destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere). COMISO

 

Limitatamente al traffico di marijuana sono stati catturati:

20)     MORETTO Domenico (detto Mimmo), nato a Polistena (RC) il 12.9.1979 e residente ad Ardea (RM); (ROMA)

21)     DI CARO Emanuele, nato a Gela (CL) l’11.12.1971 e  residente a Comiso (RG). (COMISO)

 

Due persone destinatarie del provvedimento si sono rese irreperibili e sono attualmente ricercate. Le indagini della Polizia di Stato continueranno al fine di eseguire tutte le catture assicurando alla giustizia chi ha violato la legge italiana.   

 http://youtu.be/ltVyJ7Xj0vQ   Il video dell’operazione