“Da molto tempo, ormai, la nostra associazione va affermando ai vari livelli che le imprese, in questa fase difficilissima, avrebbero bisogno di una serie di interventi mirati sia a fronteggiare l’emergenza che a favorire una prospettiva di ripresa”. Lo dice il presidente provinciale Cna Ragusa, Giuseppe Massari, sottolineando la necessità di attuare provvedimenti urgenti riferiti al lavoro, da una parte allo scopo di creare nuova occupazione, dall’altra per aiutare il lavoro che già esiste.
“In quest’ultimo caso – prosegue Massari – occorre agire con efficacia sia in termini di certezza dei pagamenti che di abbattimento del costo del lavoro. Abbiamo inoltre segnalato la questione concernente l’insostenibile aggravio fiscale esistente: sempre nuove tasse che gravano sulle imprese, ma anche sulle famiglie, a fronte di servizi che non si può certo dire migliorino. Anche il sistema di riscossione dei tributi, come più volte evidenziato, risulta particolarmente vessatorio. Abbiamo dato, insomma, una serie di indicazioni rispetto a quelle che potrebbero essere le azioni da mettere in campo nei confronti delle imprese. A fronte di ciò, mentre i governi nazionale e regionale continuano ad intervenire in maniera insufficiente, ogni tanto esce fuori questa polemica trita e ritrita sul fatto che le piccole e medie imprese si caratterizzerebbero per un’incallita evasione fiscale. Così come è accaduto qualche giorno fa quando sono stati diffusi, in maniera non corretta, i dati ministeriali relativi ai redditi degli imprenditori e dei loro dipendenti riferiti all’anno 2011. Con ciò volendo sottintendere (più elevato il reddito dei dipendenti rispetto a quello dei loro datori di lavoro) che gli imprenditori sarebbero tutti evasori. Invece, abbiamo preso atto positivamente che il ministero ha pubblicato una precisazione con riferimento proprio a questi numeri usciti in maniera parziale e non veritiera. Una volta per tutte, quindi, è stato certificato che, nel lavoro autonomo, i datori di lavoro nel 2011 dichiaravano un reddito medio superiore ai 33mila euro all’anno, pari al triplo dei loro dipendenti”. “Non solo – dice ancora Massari – si è chiarito che nelle società il sostituto d’imposta ha indicato un reddito medio annuo pari a 132mila euro, laddove i dipendenti dichiaravano, in media, poco più di 21mila euro. Si tratta, beninteso, di valori medi e per di più determinati da norme fiscali tra loro differenti. E’ evidente che c’è una schiera, che riteniamo molto modesta, di imprese che evadono totalmente o in parte le tasse. Ma la maggior parte delle piccole e medie imprese risulta invece assolutamente in regola e in grado di sostenere ogni controllo. Sono quelle imprese che ogni giorno si danno da fare per cercare di sopravvivere nel marasma della crisi, quelle imprese che assicurano lavoro ai propri dipendenti e che si attrezzano per come possono nel tentativo di superare i momenti più difficili. Ecco perché, come Cna, riteniamo che suscitare conflitti polemici in questa direzione, tra l’altro fondati su dati fuorvianti, non serva a nessuno, ma anzi generi contrasti basati sul nulla. A meno che in questo modo non si voglia trovare una scusa per i mancati interventi a favore delle imprese”.