Mattia Ceccato, una vita per il basket. Intervista al giovane campione dopo i mondiali under 17 in Turchia

La nazionale Under 17 di basket si è classificata al secondo posto nei mondiali di categoria disputati a Istanbul, in Turchia. Si tratta del risultato migliore mai ottenuto dalla squadra dei giovanissimi in una competizione mondiale.

Tra i protagonisti del mondiale c’è anche un giovane siciliano: Mattia Ceccato, di Comiso, 17 anni appena compiuti un mese fa. “Figlio d’arte” perché il padre, Davide, è stato un indimenticato protagonista giocando nella Virtus di Ragusa e nell’Olimpia di Comiso. Arrivato in Sicilia come atleta, vi è rimasto anche nella vita, sposando Laura (a sua volta protagonista, negli anni 90, con l’Ardens, la storica formazione locale di pallavolo femminile). A Comiso vive anche lo zio Matteo, anch’egli con un passato nella pallacanestro, nel ruolo di pivot.

Chi è Mattia Ceccato

Cresciuto nella Virtus, Mattia è stato “adocchiato” dapprima dal Bologna e poi, dopo un anno nella città felsinea, è arrivato all’Olimpia di Milano, nel gotha della pallacanestro italiana. Nel frattempo, era già entrato nel giro della Nazionale under 17 e non ne è più uscito, fino a essere inserito tra i “dodici” che sono stati convocati per il Mondiale di Istanbul.

Mattia Ceccato, con la maglia numero 25, è stato tra i protagonisti. Il coach Giuseppe Mangone ha puntato su di lui, ha giocato tutte le partite, talvolta nel ruolo di play, altre nel ruolo di guardia. È andato sempre a segno, quasi sempre in doppia cifra, con il top dei 17 punti nella semifinale contro la Turchia.

Ora, da qualche giorno, è tornato a Comiso, trascorrendo qualche giorno al mare con la sua famiglia e con gli amici di sempre. Un momento di relax prima di ricominciare gli allenamenti e l’attività agonistica. Il prossimo anno lo attende il campionato Under 19.

Un’esperienza indimenticabile. Cosa è stato per te questo mondiale ?

    “Il mondiale per me è stata un’esperienza incredibile che porterò sempre con me. È stato un modo per potermi confrontare con altri ragazzi provenienti anche da oltre Oceano e poter competere con loro”.

    Quali sono stati i momenti più belli?

    “Il momento più bello del mondiale è stata la rimonta nella gara contro l’Australia: dal -19 fino alla vittoria finale. Un’impresa! Non abbiamo mai smesso di crederci e dopo le difficoltà delle partite precedenti siamo riusciti a unirci e vincere”.

    Da un anno sei a Milano e da poco più di anno sei nel giro della nazionale. Cosa hai provato alla prima convocazione ? Cosa hai provato quando sei stato inserito nei 12 del mondiale.

    “Ho tanta gratitudine per tutto il lavoro fatto in palestra fatto durante l’anno con l’Olimpia”.

    Giochi sia da play che da guardia. Quale ruolo preferisci ? Al mondiale hai giocato nei due ruoli. Quale ti è più congeniale ?

    “Personalmente a me piace di più fare il play. Ovviamente mi devo adattare a ció che serve alla squadra per vincere”

    Mettere la bandiera italiana sulle spalle a fine partita. Che cosa ha significato ?

    “La bandiera italiana significa molto: senso di responsabilità e onore oltre alla gioia e all’orgoglio che si prova nell’indossare la maglia azzurra”.

    Ai mondiali la superiorità degli stati uniti era netta. Però noi avete giocatori senza timore referenziale. E avete giocato una grande partita pur se sconfitti.  Quale squadra ti ha colpito di più ?

    “La squadra che personalmente mi ha colpito di più sono gli Stati Uniti, per la fisicità e un atletismo fuori dal comune. E il loro pressing molto aggressivo”.

    Cosa c’è nel futuro di  Mattia Ceccato ?

    “Non saprei. Non mi pongo limiti e spero di andare più in alto possibile”.

    Vivi a Milano e nelle vacanze torni nella tua Comiso. Qual è il tuo rapporto con la tua città natale, con la tua famiglia e i tuoi amici ? Cosa rappresenta Comiso per te ? Un breve intervallo di vacanze e di relax e non vedi l’ora di tornare a Milano ?

    “Comiso è il posto dove sono nato e dove ho iniziato a muovere i primi passi come giocatore. Mi sono appassionato vedendo mio padre allenare al palazzetto dello sport. Sono andato via a 14 anni, ma ho molti ricordi di casa. Ogni estate, quando non ho impegni con la Nazionale, scendo giù in Sicilia per godermi la mia famiglia e passare del tempo con i miei amici, ma senza tralasciare il lavoro tecnico e fisico per ridurre le mie pecche nel gioco e per migliorare il mio fisico. Non vedo l’ora di ritornare con Milano per continuare il mio percorso di crescita”.

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