MAURIZIO CROZZA: LA VOCE DEGLI ITALIANI

Maurizio Crozza, con le sue mordenti battute, anche ieri, giorno 18 settembre, presso la trasmissione “Ballarò”, ha fotografato un’Italia allo sbando, vittima della Politica, della Mafia , del limaccioso Potere.

Dal suo umorismo, misto all’ironia, non scaturisce la risata fragorosa e rumoreggiante, ma il sorriso più amaro. A recepirlo anche i politicanti colpiti dalle sue invettive, i quali appaiono paralizzati e mostrano appena, per convenzione e buona educazione, i denti tra le scavate rughe di espressione. Crozza diviene Gorgona, la donna-medusa della mitologia che immobilizza e trasforma in statue le sue vittime. Ma qui l’effetto non è imperituro, eterno: presto si animeranno e torneranno alla loro sporca retorica, ai giochi di parole , all’ubriacatura e ipnosi del pubblico.

Dei tagli agli sprechi generalizzati della politica non se ne parla nei programmi dei partiti; “la legge è uguale per tutti” è, in Italia, una banale battuta di spirito, senza più significato; i sacrifici pesano solo su pochi; la Casta è sempre Casta e Crozza è solo una mosca che ronza fastidiosamente, ma che è pur sempre tollerata, perché indossa gli abiti comici della finzione.

È ai comici, agli attori e ai folli che, da sempre, è dato il compito di proferire il vero. Fondamentale quindi il ruolo svolto da Maurizio Crozza, che così non può essere definito, superficialmente, solo un comico, ma è il Marziale contemporaneo, il rivelatore delle nefandezze della classe politica.

Ma perché gli è permesso di porre interrogativi, ahimè sempre senza risposta, così pungenti e alle volte irriverenti?

Perché, come detto sopra, rappresenta la finzione, una nota dispregiativa che non può far paura o muovere le masse, perché ingabbiata nel contesto del “teatro televisivo” e nel “comico”, nella battuta di spirito.

Lo specchio del Bel Paese mostra ciò che , già da tempo, i nostri cari maestri di letteratura e di vita proferivano: corruzione, malattia come inclinazione dell’uomo al potere, che si configura sempre come spersonalizzazione, perdita di valori.

I politici sono malati di trasformismo, narcisismo patologico, voglia di primeggiare a costo della stessa dignità; ma il punto è: tale inclinazione negativa sarà veramente una novità?

Da sempre nella storia serpeggiano casi di mala politica e di vile trasformismo. Semmai ad essere cambiati sono gli elettori: tramite l’istruzione hanno acquisito i mezzi e gli strumenti per svelare la verità, per capire il loro gioco e ridurre l’effetto ipnotico delle loro parole ed ecco, così, perché tanto sdegno.

Dopo aver sfogliato l’album dei politici e preso visione solo di una galleria di giullari, il passo successivo sarebbe, ora, trovare un Crozza coraggioso, disinteressato al potere e al denaro, chiaro, ma vero nella categoria della politica, calato nella quotidianità degli umili : sarei ben felice di votarlo!