MERCATO IMBALLAGGI E CONFLITTI DI INTERESSI

Per strana ironia della sorte la vicenda  degli imballaggi e degli interessi che ad essi sono  connessi ritorna a scuotere la vita della nostra città. La centralità degli imballaggi nella filiera commerciale ha sempre scatenato conflitti e tentativi di accaparramento. Terreno difficile e aperto a contaminazioni cangianti e ricorrenti.

La loro incidenza nelle dinamiche commerciali del territorio è stata sempre rilevante. E fu proprio l’introduzione unilaterale dell’imballaggio  detto “aresino “ ad accompagnare  la trasformazione non positiva  del Mercato di Vittoria e a scatenare la guerra degli imballaggi, quando alcuni pretesero di consegnare a una Ditta catanese la privativa della vendita degli stessi all’interno del Mercato. Fu costituito all’uopo un consorzio, il Corvit, che si intestò la gestione di questo affare, finito con l’arresto di alcuni personaggi e lo scardinamento del sistema corruttivo e tangentizio che si nascondeva dietro quella struttura. Se la legge 441/del 1981, che ha introdotto e regolamentato  in Italia l’obbligo del  peso netto nella vendita all’ingrosso dei prodotti agricoli fosse stato rispettato molte di queste patologie, anche criminali, sarebbero state facilmente intercettate e bloccate e la filiera ne avrebbe goduto in salute e trasparenza. Ma la legge tutt’oggi viene violata in tutta Italia e la politica complice attinge dal settore milioni di euro per percacce e buste in nero. A pagare sono i produttori e anche  i commercianti, perché la laegge non viene rispettata, viene elusa, per volontà di uno Stato imbelle e complice dell’illegalità. E la “ Vittoria Mercati “ abbozza. Fa il marchietto, la riunione e presenta il grazioso imballaggio, con foto di gruppo. Ma che carini !….

La sconfitta del Corvit segnò una vittoria della legalità, non solo dentro il mercato ma nella stessa società vittoriese. Il bubbone purulento venne estirpato e le imprese locali ripresero il loro cammino, sempre attente a non chiudere il cerchio in senso opposto, con il prezzo di cartello imposto  e la resistenza a oltranza contro il libero mercato e la presenza di concorrenti esterni al territorio. Anche in questa linea i problemi ci sono stati e le cronache recenti lo testimoniano. Siamo in un contesto in cui i prezzi di cartello e la chiusura degli spazi di vendita alla concorrenza sono elementi tanto diffusi quanto tollerati. E si tira a campare.

Ma quello che sta accadendo ora al Mercato supera ogni fantasia. E’ il Comune, sono le Istituzioni cittadine, a derogare verso l’illegalità, a indicare in bella mostra televisiva come debba essere l’imballaggio da usare, la sua forma, il suo colore, il suo (orribile e pazzesco ) logo di accompagnamento. L’imballaggio di cartone ha il diritto di camminare nella filiera, giustamente, ma non di essere indicato come esclusivo da pubblici amministratori, che danno pubbliche indicazioni di abbandonare il legno per il cartone.

Quando poi si vede che qualche assessore della giunta Nicosia sembra coinvolto nella commercializzazione  di imballaggi di cartone, che non tutte le cartiere sono state coinvolte nella cosa e che solo alcuni montatori vittoriesi di  imballaggi sono stati interessati nel progetto, allora è naturale indignarsi, pensare all’effetto di strani ragionamenti fatti da amministratori stravolti e aberrati lungo le strade impervie di possibili conflitti di interesse.

E ora come la mettete questa cosa  ? Cosa farà il sindaco dei conflitti di interessi diffusi, farà un tavolo di discussione aperto o a tre quarti, proporrà una società mista o pubblica e chiamerà a quel tavolo amici vicini e lontani o che cosa ?

Quando si perde la strada della legalità, quando per anni sono stati soggetti coinvolti nei vari conflitti di interessi ( edilizia, urbanistica, servizi sociali, centri di accoglienza, sport, spettacoli, tempo libero, giochi pirotecnici, sicurezza, gestione strutture pubbliche ), è facile perdersi nel mare magnum degli imballaggi. Solo che lì si prende la scossa, lì c’è l’alta tensione, lì c’è la dignità di chi lavora che paga poi questi traccheggi. Non lo avevate previsto tutto questo ? Ora dovete  fare come i gamberi.

Ve la siete cercata.  E’ meglio che vi dimettiate, sindaco e assessore, perché avete solo creato alla città disagio e confusione e indignazione.