“MICCITTO”, DOPO IL SONDAGGIO CHE LO VEDE IN CALO, IL SINDACO PICCITTO SI DIFENDE: “LAVORO PER LA CITTA’ NON PER LA VISIBILITA'”

La questione politica a Ragusa città è pronta a scoppiare. La miccia, come indica la vignetta dell’artista Totò di Catania, pubblicata ieri dal quotidiano La Sicilia, è già accesa e la polveriera che si è venuta a creare al Comune di Ragusa potrebbe davvero esplodere. Una questione “Miccitto”, come la definisce il quotidiano catanese alla luce anche del recente sondaggio de “Il Sole 24 Ore” sulla Governance Poll che pone in calo vertigionoso il consenso del sindaco Federico Piccitto, passato dal 69% del 2013 al 46% del 2016. Un tonfo, come accusano le opposizioni che invitano alle dimissioni, un tracollo che è il frutto della percezione che ha la città sull’operato dell’Amministrazione comunale, ponendo il primo cittadino al 98esimo posto su 104 della classifica nazionale.

La domanda del sondaggio a cui ha risposto un campione di cittadini era la seguente: “Le chiedo un giudizio complessivo sull’operato del Sindaco della sua città nell’arco del 2016. Se domani ci fossero le elezioni comunali, lei voterebbe a favore o contro l’attuale Sindaco?”.

Ma per il primo cittadino, come ha dichiarato al quotidiano La Sicilia, i dati che escono fuori vanno analizzati in modo differente. Riportiamo alcuni stralci dell’intervista rilasciata da Piccitto al giornale.

STRALCI TRATTI DAL QUOTIDIANO LA SICILIA
“Tra avere maggiore visibilità e lavorare per la città – spiega Piccitto – io ho scelto la seconda, ho scelto la città. Questo va probabilmente a discapito di punti percentuali sulla mia persona, ma il lavoro che noi come amministrazione stiamo facendo collettivamente, va a beneficio di Ragusa e dei ragusani. In ogni caso non registro un tracollo, come vuol fare intendere qualche analista dell’opposizione. Lo scorso anno ero al 49%, quest’anno al 46%. Se guardiamo questo dato c’è un calo, sicuramente, ma non c’è uno scostamento così eccessivo. Probabilmente è dovuto al fatto che abbiamo dovuto fare delle scelte impopolari, come l’aumento del tributo idrico al 100%, a causa di normative regionali e statali. Una scelta dolorosa ma necessaria di cui ci siamo assunti le responsabilità. Io non vado alla ricerca di un personalismo da continua campagna elettorale. Lavoro per la città. Stop”. E sulla differenza rispetto al suo insediamento, quando la popolarità era al 69%, Piccitto dice: “Quello è un dato drogato dalle elezioni. C’era un ballottaggio, molti hanno votato me perché non volevano votare l’altra proposta. Già l’anno dopo, infatti, il dato percentuale era intorno al 53% che è più o meno quello che materialmente ritenevo di avere”. 

Ed ancora “Preferisco che qualche punto in meno ci sia sulla popolarità della mia persona ma di contro abbiamo operato al meglio per Ragusa, mantenendo i conti in ordine, investendo oltre 23 milioni di euro in opere pubbliche, potenziando alcuni servizi. In generale c’è comunque un calo dell’apprezzamento da parte dei cittadini sui sindaci. E’ uno specchio complessivo perché tutti i sindaci si trovano in prima linea a dover amministrare in condizioni difficili per le normative regionali e nazionali e con la carenza di fondi. A Ragusa, ad esempio, probabilmente pago qualche punto in meno sulla mia popolarità perché abbiamo dovuto fare la scelta difficile e dolorosa di aumentare al 100% il tributo idrico. Era una scelta che andava fatta, seguendo le norme nazionali, e ce ne siamo assunti la responsabilità”.

Intanto il Movimento 5 Stelle di Ragusa, nel tentativo di difendere il calo di consensi, sul proprio sito web ha pubblicato un post d’analisi. Addirittura si parla di crescita di consensi e non di calo. E rispetto alla domanda del sondaggio, cioè il giudizio sull’operato del sindaco, il fatto che Piccitto abbia il 46% dei consensi (98esimo posto in classifica su 104) è piuttosto “un grandissimo successo”. Perché? Questa l’analisi dei grillini ragusani: “Passare dal 9% al 46%, dopo quasi 4 anni di amministrazione, è un colpo da maestro. Non certo un tracollo. Un consiglio: forse è meglio considerare i sondaggi per quello che sono. E non farli diventare oggetto di azione politica”. A parte il fatto che il 9% era quello preso dalla lista 5 Stelle e non dal sindaco, che ha preso come più volte detto il 69% al ballottaggio, va ricordato al Movimento 5 Stelle che se i sondaggi vanno “presi per quello che sono”, allora perché l’assessore Disca nell’ultima seduta del Consiglio comunale ne ha utilizzato uno a livello nazionale per esaltare proprio il Movimento 5 Stelle?