Unico sistema di identificazione riconosciuto in UE (e ovviamente in Italia!), il microchip permette di riconoscere ogni pet in maniera univoca.
Questo piccolissimo ‘congegno’ elettronico, di forma cilindrica, di 11 millimetri di lunghezza e 2 millimetri di diametro, rivestito in materiale biocompatibile, conforme alla norma ISO (International Standards Organization) 11784 e all’Allegato A della norma ISO 11785, viene inoculato tramite apposita siringa/applicatore nel sottocute del nostro amico a 4 zampe. Un altro apparecchio elettronico permetterà poi di ‘leggere’ il microchip: apparirà sul display una sequenza numerica unica (ed irripetibile dai produttori – nel senso che non ne può esistere un’altra uguale) che permetterà di assegnare un pet una volta registrato in banca dati.
Una volta registrato l’animale in banca dati sarà possibile risalire al proprietario e conoscere tutte le generalità ed i recapiti dello stesso, oltre alle specifiche del cane. Con il recente adeguamento dei sistemi anagrafici informatizzati tale operazione sarà ancora e sempre più facile su tutto il territorio nazionale.
Chi può applicare il microchip? Le operazioni di applicazione del microchip e di registrazione all’anagrafe possono essere effettuate esclusivamente da veterinari ASP o da veterinari libero professionisti, abilitati ad accedere all’anagrafe canina regionale
A età va applicato il microchip? La normativa vigente prevede che il microchip va applicato entro il secondo mese di vita del cane. Si può incorrere, in caso contrario, in sanzioni.
L’importanza dei microchip e della corretta conduzione e controllo dell’anagrafe canina sono sicuramente dei punti chiave nella lotta al randagismo.