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Migranti: caso “Mare Jonio”, la procura di Ragusa chiede il processo
13 Giu 2023 17:19
Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato per trarne profitto. La Procura di Ragusa ha chiesto il rinvio a giudizio – ed e’ in attesa della fissazione dell’udienza preliminare- per Pietro Marrone, comandante a settembre del 2020 della nave Mare Jonio, Alessandro Metz, legale rappresentante della Idra Social Shipping (societa’ armatrice), Giuseppe Caccia vice presidente del Cda della Idra e capo spedizione, Luca Casarini dipendente della societa’ ma che gli inquirenti ritengono esserne amministratore di fatto, e due dei 3 componenti di equipaggio, Agnese Colpani, medico e Fabrizio Gatti, soccorritore.
Posizione stralciata per Geogios Apostolopoulos tecnico a bordo, per problematiche legate alla notifica degli atti. Per la Procura iblea, che ha coordinato le indagini, Marrone, Caccia, Casarini e Metz dovrebbero rispondere anche di irregolarita’ in merito al rispetto delle norma del Codice della Navigazione. L’inchiesta – coordinata dalla Procura iblea e condotta dalla Guardia di Finanza di Ragusa, la Squadra mobile iblea e la Capitaneria di porto – aveva indagato su quanto accaduto in occasione del trasbordo di 27 migranti dal cargo danese Etienne Maersk (bloccato per un mese al largo di Malta senza autorizzazione allo sbarco) alla Mare Jonio, a settembre del 2020. La Mare Jonio poi trasferi’ i 27 migranti a Pozzallo.
Secondo l’ipotesi accusatoria della Procura iblea, alla base di trasbordo vi fu un accordo commerciale tra le societa’ armatrici (la Idra Shipping per la Mare Jonio e la Maersk per la Etienne) e non l’intervento della nave italiana in soccorso per una richiesta di aiuto per urgenze mediche proveniente dalla Etienne Maersk. La societa’ armatrice della nave cargo, la Maersk, verso’ a distanza di due mesi da quel fatto 125mila euro alla Idra Social Shipping per “servizi resi in acque internazionali”, somma che viene individuata dagli inquirenti come frutto appunto dell’accordo commerciale; le somme vennero poste sotto sequestro preventivo per equivalente, a dicembre 2022.
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