I giudici di Ragusa hanno sospeso il fermo amministrativo della Sea-Watch 5, “riconoscendo l’assenza di illeciti”. Lo rende noto la ong tedesca la cui nave era stata fermata per 20 giorni a Pozzallo il 9 marzo dopo lo sbarco dei 56 migranti soccorsi: “Sea Watch ha da subito denunciato la natura strumentale delle accuse mosse dalle autorita’ italiane. Ora la magistratura ci da’ ragione. E’ un nuovo colpo alla legge Piantedosi”. Il 19 marzo era stato sospeso dal tribunale di Crotone il fermo della Humanity 1 della ong Sos Humanity.
Il giudice ha eseminato, spiega Sea Watch, “le prove presentate concentrandosi sull’accusa mossa dalle autorita’ italiane secondo cui la nave avrebbe disatteso le indicazioni della motovedetta Fezzan della cosiddetta guardia costiera libica”. A sostegno di questa accusa, l’Avvocatura di Stato ha sostenuto di avere ricevuto prove documentali da parte di Frontex. Tali prove, tuttavia, “non sono state presentate alla Corte da parte dell’Avvocatura lasciando le accuse prive di alcun fondamento. Secondo quanto ricostruito dal giudice in questa fase preliminare del procedimento, la Sea-Watch 5 non puo’ quindi essere accusata di avere ignorato le indicazioni ricevute”.
La presenza della nave, viene inoltre riconosciuto, non ha creato situazioni di pericolo. La decisione del tribunale di Ragusa, per la ong, “mostra nuovamente l’inesistenza delle accuse che vengono di volta in volta rivolte alle navi ong con l’unico scopo di bloccarle in porto. Il provvedimento va a sommarsi a quelli analoghi adottati dalle corti di Brindisi rispetto alla nave Ocean Viking e di Crotone rispetto alla nave Humanity 1.
La legge Piantedosi che, in violazioni a norme ed obblighi imposti dal diritto internazionale, criminalizza l’operato delle navi delle organizzazioni non governative con accuse strumentali, sta venendo pian piano demolita dalla magistratura. Ma mentre i giudici italiani sono costretti a riparare, di provvedimento in provvedimento, i danni creati da questa legge, le navi rimangono bloccate in porto e in mare si continua a morire”. Mentre la Sea-Watch 5 e’ rimasta bloccata per venti giorni, nel Mediterraneo centrale, stando ai dati Oim, “sono scomparse 145 persone. Solo nell’ultima settimana due neonati risultano dispersi a seguito dei naufragi al largo di Lampedusa”. fonte Agi