Mentre Matteo Salvini fagocita il suo (fintissimo) odio verso qualsivoglia tipologia di umanità non italiana (sempre se non sei “terùn”!) e arriva a strumentalizzare anche il recente crollo del tratto autostradale che collega Palermo a Catania, come fosse una colpa, anche questa, dei migranti che deprivano l’isola delle proprie risorse, e contro cui, secondo il leader leghista i siciliani dovrebbero ribellarsi, invece che inveire contro la gestione del malaffare di servizi e infrastrutture nell’Isola.
Mentre nelle nostre orecchie rimbombano gli atroci e razzisti slogan del segretario della Lega che, non contento e fedele ai modi della comunicazione 2.0, gli slogan se li fa stampare sulle felpe, cambiando réclame con la stessa frequenza con cui cambia felpa, un miracolo di umanità e un grandioso insegnamento di solidarietà ci arriva dal cuore del capoluogo siculo, dove l’8 febbraio 2015, il leader del Carroccio era stato fortemente contestato con tanto di cartelli “Salvini pinnuluni” (perché alcuni siciliani non se li dimenticano i moniti lanciati in precedenza dallo stesso contro il Sud Italia, tra i quali il famoso “Fanculo i giovani del Sud!” in occasione del Congresso dei Giovani Padani di Luglio 2013)..
Questa mattina, nell’anfratto del mercato rionale di Ballarò, il più antico tra i tanti che colorano le vie palermitane, fatto di bancarelle colorate e assiepate, frequentato giornalmente da centinaia di persone e animato dalle cosiddette abbanniate, cioè dai chiassosi richiami dei venditori che, con il loro caratteristico e colorito accento locale, cercano di attirare l’interesse dei passanti, si è consumata quella che potremmo definire “una lezione proletaria di accoglienza”.
In un quartiere ad altissima densità popolare e continuamente oggetto di controlli da parte di polizia e vigili urbani, il passaggio di un pullman con a bordo migranti somali ed eritrei sbarcati nella notte, ha dato vita ad una spontanea e genuina manifestazione di solidarietà.
Incuranti delle appena svoltesi operazioni di sgombero di stand e bancarelle da parte della polizia, molti degli stessi “abusivi e illegali” commercianti e abitanti della zona, hanno offerto cibo, acqua e vestiti ai migranti rinchiusi nel pullman e scortati dalla polizia.
Purtroppo non ero personalmente in loco a godere di quanto, invece, apprendo dal blog di Giovanni Basile.
Le lacrime, comunque, non le riesco a trattenere, così come incontenibile è l’emozione suscitata dall’avvenimento.
Non è mia intenzione, in questa sede, ricamare sulla vicenda, ma solo portarla alla vostra attenzione così che possa farsi monito di riflessione e di emozione. Per questo ho deciso di riportare per intero il post, scritto su face book, da uno dei testimoni di quanto accaduto:
“Quando, stamattina, la volante è entrata dentro il mercatino delle “cose Vecchie” di Ballarò, alcuni dei venditori si sono allontanati, da un pò di tempo la polizia pattuglia la zona e sequestra la merce ai venditori della zona, i commercianti preferiscono lasciare la roba incustodita e allontanarsi per evitare una denuncia. Sono rimasti solo i più poveri , quelli che vendono povere cose, tipo scarpe usate e vecchi abiti, vecchi Peluche, giocattoli rotti, fumetti e libri usati. A seguito della volante è entrato un autobus, poi un’altra volante a bloccare la strada. L’autobus è rimasto al centro, fermo. Dai finestrini sono cominciate ad affacciarsi le facce dei ragazzi, forse Somali o Eritrei. Qualcuno dei venditori di cose vecchie si è avvicinato incuriosito, poi sono arrivati gli altri a guardare le facce stanche di quei ragazzi africani. C’è una donna bellissima che ha un bambino di 7 o 8 mesi al massimo. Il piccolo ride e saluta con la manina, attraverso il vetro, quelle facce curiose…saluta e ride. Ed è allora che succede. Un vecchio dai capelli bianchissimi si avvicina alla sua bancarella, prende un paio di vecchie ciabatte e le porge alla donna; altre mani si spingono fuori dai finestrini ed il vecchio afferra tutta la sua merce e comincia a regalarla ai passeggeri del bus: scarpe, maglie, asciugamani….. e tutti lo imitano, tutti quei disperati che sbarcano il lunario vendendo roba vecchia per pochi euro, cominciano a regalare la loro merce ad altri migranti. Quelli che vendono fumetti e vecchi libri corrono a comprare casse d’acqua e succhi di frutta e panini e il piccolo dietro il vetro adesso ha pane e addenta uno sfincione e continua a ridere e a salutare, stingendo un vecchio Panda con un occhio solo.”
Guardo tutto e faccio qualche foto…. Il vecchio con i capelli bianchi, quello che per primo ha cominciato a regalare la sua roba mi si avvicina e mi chiede una sigaretta “non ho fatto in tempo ad accattarle” ha gli occhi lucidi, gli do la sigaretta e gli dico che ha fatto una cosa meravigliosa….lui sorride e non risponde, sul tappeto a terra gli è rimasto solo qualche vecchio giornale e un paio di Tex strappati.
Anche con i cassonetti traboccanti di “munnizza”, tutto attorno a me è cosi Bello, Magnifico, Pulito….. Mi allontano, passo davanti all’autobus, ….guardo i Miei concittadini e veramente “ci criu ca puasto megghiu o munnu pi nasciri un cinnè” (ci credo allora veramente che posto migliore dove nascere al mondo non c’è)”.
Non servono gli slogan di Salvini o di chi altri, non serve una guerra tra poveri che distragga dalle carenze imposte dal malaffare perpetrato dai nostri politici, non serve continuare a esasperare gli animi brandendo la fiammella dello scontro contro un nemico individuato, che siano gli italiani del meridione o gli immigrati africani. Non serve tutto ciò a farci sentire spiazzati e infinitamente piccoli dinanzi il dolore provato da chi fugge dalle guerra o dalle rappresaglie di Boko Haram o dell’Isis. Tutto ciò serve solo ad alimentare relazioni di odio e facilita le intromissioni delle branchie mafiose e politiche che ci speculano e si arricchiscono alle spalle dei nostri tormenti.
“In un mondo di parole sontuose è indispensabile chiudere le bocche e aprire i cuori ai più bisognosi.”