Uno spettacolo di alta qualità, pieno di ironia travolgente e di grande intelligenza, che ha lasciato stupefatti e divertiti gli spettatori del teatro Donnafugata di Ragusa Ibla: la rappresentazione, in sold out per entrambe le date di sabato e domenica, ha visto recitare sul palco il bravissimo Antonio Venturino che ha proposto il di “Mistero buffo” di Dario Fo. Da vero giullare, Venturino ha saputo immediatamente creare il rapporto con il pubblico conquistandolo, proprio come insegna la commedia dell’arte.
La particolarità dello spettacolo è stata la riproposizione in dialetto chiazzese, dialetto di Piazza Armerina, del famoso spettacolo del premio Nobel per il quale dallo stesso Fo, Venturino ha avuto autorizzazione per l’adattamento. Così, in dialetto, è iniziata la prima giullarata: l’incontro tra un contadino suicida e Gesù, da cui nacque la figura del giullare. Poi passa a presentare un incontro tra un giullare e papa Bonifacio, uno dei più corrotti del tempo. Ed ancora, via via, le altre giullarate come quella riguardante un povero che, indossando la maschera dello Zanni, il nullatenente di un tempo, racconta il suo sogno, quello di preparare un pranzo smisurato. E poi ancora il racconto del miracolo delle “nozze di Cana”, dal punto di vista di un ubriaco, e infine l’attore si tramuta in una matta che incontra la Madonna durante la strage degli innocenti di Erode.
Un turbinio di lingue diverse tutto condito dal tipico linguaggio “grammelot”, tipico della commedia dell’arte, fatto di espressioni e suoni onomatopeici. Come Venturino ha sottolineato: “Il merito di Dario Fo, scrivendo questo testo di grande efficacia, è quello di aver avuto la brillante intuizione di riproporre al pubblico moderno lo stile della commedia dell’arte”. Venturino, ha inoltre specificato come la scelta del suo dialetto sia obbligata per l’esigenza di entrare maggiormente nel testo, ma non è mai stato un ostacolo anche nelle tante repliche all’estero, grazie al “grammelot” accompagnato da un linguaggio del corpo più sottolineato e ad un accorgimento che prevede di intervallare idiomi diversi per non stancare il pubblico.
“Abbiamo avuto il tutto esaurito anche per questo terzo appuntamento – ha spiegato l’attore e regista Carlo Ferreri, consulente della stagione teatrale – La presenza di Venturino e la rappresentazione di Mistero Buffo hanno confermato la valenza delle scelte fatte, gradite dal pubblico e che cementificano le fondamenta per sviluppare ulteriori momenti di grande cultura anche nel prossimo futuro. Del resto non capita tutti i giorni di poter assistere alla riproposizione della rappresentazione teatrale di Fo e poi con un attore bravissimo come Venturino. Il pubblico ragusano lo ha ben compreso e non si è lasciato sfuggire questa occasione davvero rara”.
Gli spettatori hanno poi avuto la possibilità di ammirare la mostra fotografica di Gino Taranto, medico con la grande passione della fotografia. Ha proposto la mostra dal titolo “FluidArt”, divisa tra la sala Vicky e la sala Costanza nei foyer del teatro: un’esposizione in continua evoluzione, che trova di settimana in settimana varie sostituzioni con l’arricchimento di scatti realizzati durante gli spettacoli, le prove, nei camerini durante il trucco.
La rassegna “Teatro d’attore” al teatro Donnafugata, proseguirà a gennaio, il 13 e 14, con lo spettacolo “Il matrimonio può attendere”, storia dei trentenni in crisi, produzione del “Teatro dei satiri”. Info sul sito www.teatrodonnafugata.com.