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Modica bassa: un centro storico in caduta libera?
18 Dic 2024 09:03
Da salotto buono della città a zona a rischio: il futuro di Corso Umberto è in bilico
Il cuore pulsante di Modica, il suo Corso Umberto, un tempo fiore all’occhiello del barocco siciliano, sembra oggi perdere il suo smalto. Un’area che in passato rappresentava il fulcro della socialità cittadina rischia di trasformarsi in un luogo di degrado e insicurezza. Nuovi episodi continui di microcriminalità, una crescente percezione di pericolo e la chiusura di storiche attività commerciali stanno dipingendo un quadro sempre più preoccupante. Ma cosa sta succedendo davvero al salotto buono della città? E soprattutto, è possibile invertire questa rotta?
Sicurezza in crisi: il declino di un’oasi di serenità
La sicurezza sembra essere il primo tassello di un mosaico che si sta sgretolando. Rapine, episodi di spaccio e risse occasionali sono diventati fenomeni ricorrenti nel cuore della città. Alcuni frequentatori abituali del centro storico di Modica bassa sia perché residenti, sia perché commercianti della zona, danno per certa una possibile connessione tra gruppi di extracomunitari e reti di spaccio organizzate, con alcuni negozi del corso indicati come centri operativi per la vendita di sostanze stupefacenti. Tra le droghe segnalate vi sono anche il crack e l’MDMA, sostanze che stanno trovando un preoccupante mercato tra i più giovani.
“La sera non ci si sente più al sicuro, specialmente nelle zone meno illuminate,” lamenta una residente. E se da un lato le forze dell’ordine sembrano essere a conoscenza del fenomeno tant’è che lunedi scorso sono intervenuti carabinieri e Guardia di finanza con un controllo congiunto a tappeto del Corso Umberto, dall’altro molti cittadini pensano che interventi occasionali non bastano più e chiedono interventi più visibili: più pattuglie, maggiore controllo e un coordinamento tra forze dell’ordine e amministrazione per un contrasto efficace alla criminalità.
Desertificazione sociale e declino commerciale
Il problema del centro storico non è soltanto la sicurezza. L’abbandono progressivo da parte di molti storici commercianti, un sensibile calo del flusso turistico che sta interessando tutto il Val di Noto stanno trasformando Corso Umberto in un deserto urbano. Nonostante la pianificazione da parte dell’amministrazione comunale di eventi attrattivi e di una programmazione culturale incisiva come ad esempio la rassegna “Scenari”, non si sta riuscendo ad arginare per il centro storico questa che sembra ormai una deriva inarrestabile.
“La gente non viene più. Si preferiscono il polo commerciale e via Sacro cuore, lasciando Corso Umberto sempre più vuoto,” spiega un commerciante che ha visto dimezzarsi il fatturato nell’ultimo anno.
Rinascere si può: idee e proposte per il rilancio
Rilanciare Corso Umberto non è solo possibile, ma necessario. Lo sostengono i commercianti di Modica bassa che nell’ultima riunione, subito dopo l’infausta edizione di Chocomodica di quest’anno, hanno incontrato sindaco ed assessori per manifestare perplessità e timori per il loro futuro. Ecco alcune loro proposte per invertire la rotta:
Più sicurezza: introduzione di telecamere di videosorveglianza, aumento delle pattuglie in orario serale e illuminazione potenziata nelle zone meno frequentate.
Cultura e turismo: creare un calendario di eventi culturali e artistici che attragga turisti e residenti, non solo nel periodo estivo ma anche tutto l’anno, trasformando il corso in un centro di aggregazione sociale.
Sostegno al commercio locale: riduzione delle imposte comunali per le attività che decidono di aprire o restare nel centro storico, incentivando nuove aperture e supportando le realtà esistenti.
Spazi verdi e pedonali: progettare più ampie aree da pedonalizzare per rendere alcune zone del corso più vivibile e attrattivo, soprattutto per famiglie e giovani.
Un destino nelle mani di tutti
Corso Umberto è molto più di una strada: è un simbolo dell’identità di Modica, un luogo che racconta storie, tradizioni e il vissuto di una comunità. Il suo declino non è una condanna inevitabile, ma un problema che richiede attenzione, intervento e collaborazione. Residenti, commercianti, amministratori: tutti hanno un ruolo da giocare. La vera domanda è se siamo pronti a rimboccarci le maniche per salvare questo pezzo di storia e restituirlo al suo splendore.
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