Modica, il Consiglio del paradosso con il caso Temporary Store che accende lo scontro politico

Nel Consiglio Comunale di Modica, il confronto politico si trasforma in un vero e proprio campo di battaglia dialettica, con accuse incrociate, strategie incomprensibili e retroscena che agitano le acque della politica cittadina. Al centro del dibattito, la proposta dell’amministrazione comunale di regolamentare l’apertura di Temporary Store nel centro storico, con l’intento dichiarato di rivitalizzare l’economia urbana e combattere la desertificazione commerciale. Ma ciò che doveva essere un provvedimento condiviso e strategico si è trasformato in un caso emblematico del nuovo equilibrio consiliare, divenuto instabile dopo la crisi della vecchia maggioranza.

Il provvedimento naufragato e la regia dell’astensione

Secondo l’amministrazione, la proposta, già discussa con Confcommercio, CNA e altre organizzazioni di categoria, rappresentava una concreta opportunità per rilanciare il tessuto economico del centro. Tuttavia, il testo è stato emendato e poi affossato dalla cosiddetta “altra opposizione”, composta da 12 consiglieri che, pur modificando il regolamento, si sono astenuti al momento del voto finale, determinandone la bocciatura. Un gesto che, secondo l’esecutivo, suona come un paradosso “donabbondiano” e che, al di là dell’effetto dimostrativo dei numeri in aula, finirebbe per danneggiare gli stessi operatori economici a cui si prometteva supporto. L’amministrazione, parlando di “muscoli consiliari”, accusa i consiglieri di aver anteposto logiche politiche al bene comune, dichiarando però che il percorso proseguirà “anche con strumenti di coinvolgimento popolare”, ventilando la possibilità di ricorrere a forme di consultazione cittadina.

Il fronte della maggioranza: accuse di mistificazione

In un altro comunicato, i consiglieri che sostengono l’attuale amministrazione denunciano una vera e propria “mistificazione della realtà”. Dopo ore di dibattito in aula, sarebbero stati accolti due emendamenti proposti dai 12 consiglieri, tra cui l’istituzione di una commissione di monitoraggio. Tuttavia, non avendo ottenuto l’approvazione completa delle modifiche proposte, gli stessi consiglieri si sarebbero astenuti, provocando l’affossamento del punto all’ordine del giorno. Per la maggioranza, ciò rivela un intento pretestuoso: “un gioco di forza” per ottenere visibilità politica, a scapito delle esigenze di commercianti, artigiani e giovani imprenditori.

Il contrattacco della “nuova opposizione”: accuse di incoerenza e trasparenza negata

Dal fronte opposto, composto da Democrazia Cristiana, Siamo Modica e Gruppo Misto, la narrazione cambia completamente tono. I consiglieri non si dicono contrari all’idea dei Temporary Store, ma pongono il focus sulla mancanza di trasparenza e coinvolgimento delle associazioni di categoria. Secondo la loro versione, è stato il Partito Democratico, in un’alleanza di fatto con l’ex maggioranza, a bloccare un emendamento che avrebbe permesso agli operatori economici di partecipare attivamente alla commissione comunale. Un atto definito come “uno schiaffo all’associazionismo”, che svelerebbe l’ennesimo “segreto di Pulcinella” di un patto sotterraneo tra PD e sindaco. “Non consentiremo che passi un punto che di trasparente ha ben poco” – affermano i consiglieri – puntando il dito contro i “giochetti politici” e difendendo l’esigenza di normare meglio una materia, quella dei temporary store, che oggi non trova pieno riconoscimento normativo.

La frattura profonda di un Consiglio senza maggioranza

Quel che appare chiaro è che il Consiglio Comunale della città della Contea vive una fase di post-maggioranza, dove gli equilibri appare difficili raggiungerli con tutto il retaggio poco politico e molto personale tra il gruppo della Monisteri e quello di Abbate in totale rotta di collisione. I “12 abbattiani” — come vengono etichettati con sarcasmo dagli avversari — cercano di dettare l’agenda a colpi di numeri, ma faticano a proporre una sintesi pienamente credibile. Dall’altra parte, l’amministrazione punta sulla narrativa del “bene comune” ma inciampa su un terreno diventato ormai paludoso: quello della legittimazione politica piena come un tempo. In questo scenario, il centro storico — metafora concreta del cuore di Modica — resta ancora in attesa di segnali forti. E i commercianti, al momento spettatori di una politica sempre più autoreferenziale, attendono risposte. 

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