MODICA, PROTOCOLLO “INSICURO”?

Al protocollo centrale del Comune di Modica, al quale hanno accesso 6 giorni su 7 migliaia di cittadini che vanno a protocollare o a ritirare atti giudiziari, secondo quanto denuncia il coordinatore del Comitato Cittadini Liberi, Giorgio Iabichella, “non sussistono le più elementari misure di sicurezza sia in termini di tutela di dati personali che in termini di sicurezza fisica”.

“I cittadini vengono infatti ricevuti in una stanza di circa 2 metri. Al centro della angusta stanza un piccolo bancone per l’accettazione o la consegna di documenti, che avvengono contemporaneamente con nessuna tutela della privacy dei cittadini. Non esiste distanza di cortesia, ne linee gialle che la delimitano, non ce ne sarebbe nemmeno lo spazio. Inoltre la porta di uscita ed entrata, con un anta sola aperta (di circa 50 centimetri) si apre verso l’interno”.

“Un plauso – precisa Iabichella – va comunque ai dipendenti comunali che tentano di mantenere la privacy, ma in uno spazio cosi’ ridotto anche loro hanno difficoltà a non far ascoltare agli altri utenti in attesa a pochi centimetri di distanza”.

“Inoltre nella stessa stanza vi sono centinaia di faldoni (certamente conterranno informazioni sensibili) a portata di mano di chiunque entri e che può trovarsi da solo anche per lungo tempo nell’attesa. Assurdo e vergognoso che nel 2015 vi sia un ufficio così in un comune che “gestisce” quasi 60 mila abitanti”.

Raccogliamo le istanze e segnalazioni, conclude il coordinatore del Comitato Cittadini Liberi, di cittadini e tecnici che con il protocollo ci devono convivere e lavorare quotidianamente. Eppure c’e’ una legge sulla tutela della sicurezza e della privacy che viene applicata duramente negli uffici privati. Perchè la stessa legge non viene rispettata anche nei nostri pubblici uffici?