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Modica: rompe il silenzio stampa la maggioranza della maggioranza. “Siamo con la sindaca ma la colpa del dissesto è di tutti”.
12 Gen 2025 16:50
La dichiarazione di dissesto finanziario del Comune di Modica continua a polarizzare l’opinione pubblica, alimentando un dibattito serrato. Tra indignazioni e difese d’ufficio, le posizioni si moltiplicano, come testimonia l’ultima in ordine di tempo degli attuali consiglieri di maggioranza della maggioranza ( sembra un gioco di parole o un refuso ma è la fotografia di una maggioranza fortemente spaccata a Palazzo San Domenico con le due fazioni Monisteri-Abbate) a sostegno della sindaca Maria Monisteri. Questa dichiarazione, seppur strutturata come un atto di compattezza politica, rivela crepe significative all’interno della stessa coalizione.
Una maggioranza “spaccata” a Palazzo San Domenico
I consiglieri Daniele Scapellato, Lorenzo Giannone, Rita Floridia, Piero Covato, Massimo Caruso, Alessio Ruffino, Miriam Franzò, Leandro Giurdanella, Giammarco Covato, Elena Frasca, Paolo Nigro e Giovanni Alecci, tutti vicini all’onorevole Abbate, hanno diffuso una nota ufficiale per confermare il loro sostegno alla sindaca e giustificare la decisione del dissesto finanziario. Tuttavia, la posizione di questa maggioranza della manggioranza consiliare (essendo 12 su 21) appare contraddittoria, poiché il sostegno alla Monisteri implica, di fatto, una presa di distanza dall’ex sindaco Ignazio Abbate, responsabile di buona parte delle scelte amministrative pregresse. Un equilibrio precario, che sembra più una strategia di sopravvivenza politica che una chiara manifestazione di intenti. Per scongiurare l’impressione della presa di distanza da Abbate ecco allora che i 12 consiglieri ripescano dal cilindro, il tormentone della responsabilità dei debiti del comune di Modica a carico di tutte le amministrazioni precedenti a quella di Abbate.
Nella nota, i consiglieri infatti richiamano il contesto storico del dissesto: “Già nel 2012 la Corte dei Conti aveva sollecitato il Comune a dichiarare il dissesto,” si legge. “Solo grazie all’introduzione del piano di riequilibrio, il 30 dicembre, ultimo giorno utile per l’approvazione di tale piano, era stato evitato. Una situazione che fu poi ereditata dalla nuova amministrazione che si insediò solo qualche mese dopo, luglio del 2013. Da allora una lotta continua per far quadrare i conti nonostante una passività importante ereditata da un passato piuttosto ampio. Alcuni di noi c’erano già all’alba della nuova avventura amministrativa, ci sono stati in tutti questi anni e ci sono ancora all’indomani della decisione della Giunta di dichiarare il dissesto”
I consiglieri evidenziano di aver affrontato per anni una “lotta continua” contro un’eredità di debiti e inefficienze. La stessa nota in chiusra riconosce la necessità di “un cambio di rotta”, chiedendo maggiore efficienza nella gestione amministrativa e una risposta più incisiva alla crisi in atto. Parole che sembrano voler tranquillizzare una città sempre più inquieta, ma che non dissipano le perplessità sul percorso che ha portato a questa drammatica conclusione.
Le critiche sui social
La reazione sui social network non si è fatta attendere, con commenti che mettono in discussione la narrazione della maggioranza della maggioranza. Alcuni utenti ricordano che durante la campagna elettorale della sindaca Monisteri si negava l’esistenza di un rischio di dissesto, dichiarando che “i conti erano sotto controllo.” Un’affermazione oggi difficilmente conciliabile con la situazione attuale.
Un altro punto dolente sollevato dai cittadini è la gestione del finanziamento ottenuto dalla giunta Buscema e del relativo piano di rientro che avrebbe potuto portare il comune ad essere definitivamente fuori da una cronica situazione debitoria nel 2021 ed invece si giunti ad un probabile buco di 200 milioni : “Che uso ne è stato fatto?”
Non mancano accuse dirette ai consiglieri firmatari, con osservazioni che mettono in luce una presunta mancanza di trasparenza e coerenza. Un commento tra tutti riassume il sentimento diffuso: “Ipocrisia che si taglia con il coltello.”
Il dissesto finanziario pone in sintesi sempre la solita questione cruciale di responsabilità politica. Per molti non ci sono dubbi che è da imputare ad Ignazio Abbate dato che appunto il bilancio avrebbe potuto essere sanato già nel 2021 se si fosse rispettato il piano della giunta Buscema.
Le risposte, in questo momento, in attesa dell’avvio formale della procedura di dissesto, si limitano purtroppo a un continuo rimpallo di responsabilità. I cittadini modicani farebbero bene a mettersi il cuore in pace: fino a quando la triade commissariale, incaricata di gestire la procedura, non avrà studiato tutte le carte e analizzato con competenza e obiettività la situazione contabile del Comune di Modica, con il chiaro compito di individuare i responsabili, continuerà ad esserci chi sosterrà che la drammatica situazione attuale sia frutto di errori strategici recenti, e chi invece affermerà che si tratta del risultato di un accumulo di scelte sbagliate nel tempo. In molti, probabilmente, sperano ancora una volta nella memoria corta dei concittadini per iniziare a raccontare nuove favolette.
Rassegniamoci, dunque, a questa realtà. Ma una cosa è certa, anzi certissima: è caduta la spessa coltre di silenzio e omertà che per troppo tempo ha avvolto informazioni e dati che avrebbero dovuto essere di dominio pubblico. Oggi, in città, circolano racconti diversi rispetto a quelli che ci hanno accompagnato negli ultimi tredici anni. Ed è proprio da qui che dobbiamo ripartire: ristabilendo verità obiettive e ricostruendo un rapporto di fiducia con una comunità che, a ragione, si sente tradita e disillusa.
In una città divisa, il rischio è che il dibattito politico degeneri in un terreno sterile di accuse reciproche. Solo un confronto aperto e onesto, accompagnato da azioni decise e trasparenti, potrà restituire a Modica la speranza di un futuro amministrativo più stabile e lungimirante.
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