MUSICOTERAPIA E’ ARTE DELL’INDICIBILE… POSSIBILE

Il pedagogo di oggi deve creare ponti d’ alleanza con le svariate forme dell’ arte, poiché  l’ artista , costruttore di bellezza,  scruta le profondità dell’ anima tra luci ed ombre e realizza se stesso creando e  dando forma e significato all’ esistente.

Inserire nel percorso formativo dei giovani, la didattica dell’ arte, vuol dire aprire le porte al cambiamento, abbracciando tutta la psicologia umanistica. R. Alport diceva: “io posso , lavorando su me stesso, decidere di cambiare”.

 Se osserviamo Magritte,notiamo che  disegnava  e rappresentava nelle sue tele le verità percepite, non quelle reali.

Nel quadro qui  riportato si nota bene che è impossibile per una persona proiettare un’ ombra di questo tipo, ma è anche vero che ciascuno di noi, ha una propria ombra che potrebbe essere di questo tipo o diversa.                                                     

Le arti-terapie abbracciano  metaforicamente “l’ universo cosmico di ogni individuo”,complesso, misterioso. Una traccia dove  è scritta una storia, ardua da comprendere ,ma non impossibile da rispettare ed amare.

 Le radici delle arti-terapie sono di tipo  neuro scientifico; l’ uomo infatti è una creatura “mitopoietica”, che crea continuamente il suo rapporto con la realtà, attraverso parole, numeri e immagini. Il pensiero umano  infatti è di due tipi: pensiero analitico, della razionalità pura e il  pensiero sintetico , analogico e creativo,  che elabora esperienze significative per il soggetto.

Le Doux  dice: è come se avessimo due menti: una pensa e l’ altra sente,  tali modi di conoscere determinano la nostra vita mentale.

La conoscenza dell’ altro è un “viaggio di ascolto poetico”, un viaggio verso un’ opera d’ arte; accogliere l’ altro vuol dire  dunque, porsi verso la “coralità dell’ essere”.

La musicoterapia fa parte delle arti-terapie, ed utilizza il suono ed il ritmo per generare il circuito ricorsivo e riflessivo desiderioformaconoscenza trasformazione.

Tale approccio cerca di intervenire nella diversità –originalità di ognuno mettendo in una forma estetica l’ originario linguaggio comunicativo , utilizzando  tre paradigmi fra loro inter correlati: 1) movimento –suono-ritmo, 2) movimento –corpo-spazio ; 3) movimento materia –forma-colore.Sono paradigmi che facilitano la ristrutturazione del Sé-narrativo(Sé ludico,metaforico-espressivo).

Il musicoterapeuta, in tal senso deve valorizzare le scelte  proposte dal soggetto, il suo protagonismo, il suo modo di riprogettarsi, verso una ricerca di senso, di una “messa in forma estetica di sé” come un’ opera artistica. Ciò che non è proferibile con la parola, può essere detto sotto un altro segno-forma, un segno con cui rappresentare ciò che temiamo, ciò che ci ferisce, un segno che dà voce all’indicibile”.

L’ approccio musicoterapico crea inoltre,  le condizioni per mettere ordine nella sfera emotivo-affettivo-cognitiva di ogni soggetto , il quale è stimolato ad attivare una “ricomposizione  originale del proprio esistere”. In altre parole il soggetto non ristruttura solo ciò che conosce di sé, ma “risignifica il rapporto tra sé -mondo ,risignificandosi”.

La possibilità di  creare incontri significativi per il  musicoterapeuta,  è  data dalla  sua capacità di ascolto , particolare, sensibile, storico e generativo, non “totalmente conoscibile”. La relazione che il musicoterapeuta instaura col soggetto è infatti, come dicono Morin e Kern (1994), anche un viaggio verso “ il vero infinito” al di là dell’ intelligibilità, dei poteri dell’ uomo,  che forse ci attraversa da parte a parte, totalmente invisibile,  lasciandosi presentire attraverso la poesia e la musica”.

Credo che, oggi, sarà impossibile pretendere per noi pedagogisti, di attuare dei cambiamenti profondi nei giovani, se non utilizziamo la “didattica del cambiamento”, che utilizza il linguaggio dell’ arte, della musica,del gioco, per comunicare apprendimenti che necessitano di diventare realtà e non semplice enunciazione teorica .

Perché  un giovane, ad esempio,  possa comprendere i principi e i valori dell’ integrazione,  non basta parlare dei diritti dell’ uomo, poiché quel giovane potrà uscire da scuola e trovarsi di fronte ad un coetaneo per picchiarlo. Se ciò accade vuol dire che quel tipo di conoscenza trasmessa è inutile e vana. Per apprendere occorre coinvolgere la totalità del nostro modo di esistere, occorre puntare su quella che Gardner chiava “intelligenza emotiva”; infatti come diceva Goleman .“la mente emozionale è più rapida di quella razionale, poiché passa all’ azione senza fermarsi sul da farsi” .

 In qualità di  pedagogista, insegnante  e musicoterapeuta,  concludo   citando le parole di Giovanni Paolo II nella lettera agli artisti: “Avvinti dallo stupore arcano di suoni, parole, colori e forme, ricreiamo il nostro universo.”