Nascerà un centro commerciale culturale nel centro storico di Ragusa. Sarà allocato nei locali dell’Opera Pia Collegio di Maria Addolorata Felicia Schininà, in via Matteotti, poco dopo la sede storica della Bapr, dove era stata allocata tempo fa la facoltà di Giurisprudenza poi chiusa e decenni fa il tribunale. L’iniziativa è del Comune di Ragusa ed è stata presentata stamani in conferenza stampa. L’idea è quella di creare un polo culturale che possa fungere in qualche modo da motore, assieme ad altri, per il riavvio del centro storico.
Il Comune, aderendo ad un bando dell’Opera Pia, si è aggiudicato il contratto d’affitto e dovrà versare 18 mila euro all’anno (inizialmente erano 27 mila ma si terrà conto della decurtazione delle spese che il Comune sosterrà per gli interventi strutturali e di adeguamento alla nuova destinazione dell’immobile del valore di 81 mila euro). Presenti il sindaco Peppe Cassì, il presidente dell’Opera Pia Collegio di Maria Addolorata Felicia Schininà Franco Antoci, il presidente del Consiglio comunale Fabrizio Ilardo, l’assessore alla cultura Clorinda Arezzo, l’assessore ai lavori pubblici Giovanni Giuffrida, la consigliera comunale Corrada Iacono, il consulente per le politiche giovanili Simone Digrandi.
Tutti gli intervenuti hanno sottolineato l’importanza della nuova struttura culturale del centro che è stata poi visitata in tutta la sua interezza e che annovererà numerosi locali tra i quali una sala di incisione musicale, laboratorio per le attività creative, aula studio, auditorium, archivio e tante altre stanze nelle quali i giovani e non solo, potranno svolgere le loro attività culturali. Previsto uno spazio destinato all’istituto Verdi per la realizzazione di una scuola di musica. L’inaugurazione, dopo i necessari lavori di adeguamento alla nuova destinazione, è prevista fra due o tre mesi al massimo e sarà festeggiato come una nuova tappa per l’inizio di un’attività socio-culturale di prim’ordine per la città di Ragusa. Il centro commerciale culturale si chiamerà “L’assembramento” per trasformare in positivo un concetto che finora è stato negativo, a causa del covid.
Un po’ strani i nomi assegnati ad alcune delle sale interne, come la sala “wow” per le mostre, la sala “Sconcerto” per la scuola di musica, la sala “Scruscio” per la sala di incisione musicale, la sala “InAudito” per l’auditorium delle conferenze e così via. Insomma nomi che di culturale ci sembrano avere ben poco, ma ci spiegano che questi nomi sono stati scelti per legarli appunto al senso dello stupore, in linea dunque con “L’assembramento”
Infine resta la questione gestione. Da chi sarà gestito e con quali modalità? E’ stato spiegato che il regolamento d’utilizzo sarà redatto successivamente dall’Amministrazione comunale e che ci sarà una sorta di custode-coordinatore, dipendente comunale, che si occuperà del coordinamento del centro nelle ore previste dal suo contratto di lavoro. Per chi delle associazioni culturali vorrà utilizzare la struttura ad esempio nelle ore serali, dovrà sobbarcarsi il costo del personale. Tramonta dunque l’ipotesi, invocata da più parti, di utilizzare Palazzo Ina, nella centralissima piazza San Giovanni, per tale finalità, proprio come era stato indicato anni fa dal movimento Partecipiamo di cui è esponente l’attuale assessore Giovanni Iacono.
Franco Portelli