Dopo le autorizzazione per centinaia di chilometri quadrati nel mare di Sicilia e nella zona off-shore antistante la provincia di Ragusa il Ministero dello Sviluppo economico ha respinto l’istanza della società Petroceltic Italia Srl, per la ricerca di idrocarburi nelle acque territoriali siciliane. Tra i motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza, il Ministero cita la nota della Regione Siciliana del settembre scorso che esprime “la netta contrarietà al rilascio di autorizzazioni di idrocarburi nel mare Mediterraneo nelle vicinanze dell’isola”. Lo rende noto l’assessore regionale al Territorio e ambiente, Gianmaria Sparma.
“Il rigetto dell’istanza da parte del ministero – dice l’assessore – ponendo tra i motivi ostativi la nota della Regione Siciliana, è la conferma che il Governo Regionale aveva ben individuato ed evidenziato la problematica legata alle trivellazioni off-shore approvando una delibera, nello scorso mese di luglio, che esprimeva una chiara e netta contrarietà al rilascio dei permessi di ricerca nel territorio siciliano”. Resta da vedere perché la Regione, che ha competenza per la ricerca sulla terraferma, continua a dare permessi ed autorizzazioni di trivellazioni per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in tutta la Sicilia ed in particolare nel territorio della Provincia Iblea. Ad onor del vero occorre dire che la “pericolosità” della ricerca a mare è di gran lunga maggiore che nella terraferma anche se in quest’ultima il pericolo di inquinamento delle falde acquifere non è roba da scherzarci sopra. (Franco Portelli)