Le feste sono un momento importante di crescita di una comunità religiosa e civile. Per questo si fa il tentativo, nel proporre ogni anno la festa del patrono della città San Pietro, di sperimentare una gioia che non resti evasione, ma diventi una ricarica per la vita, coltivando nella festa radici e orizzonti. Peraltro le nostre feste religiose sono attorno a simboli di straordinario significato. Per San Pietro il simulacro non lo rappresenta nella tradizionale funzione assunta di primo degli apostoli, ma nel gesto bellissimo del suo sguardo che si incontra con quello del paralitico, e dentro questo sguardo avviene una guarigione che testimonia come il Vangelo risani, messaggio che diventa attualissimo nello stile di papa Francesco. Lo storpio quest’anno fa pensare a quanti sono ai margini del nostro benessere occidentale e arrivano sulle nostre coste come profughi, in fuga da miseria e guerra. Ecco perché il tema della festa sarà “Ero profugo e mi avete accolto”. Quasi a dire: la festa diventerà piena quando matureremo nella vita di ogni giorno sguardi come quello di Pietro. Come ogni anno, le prime tre sere saranno dedicate alle messe di quartiere alle ore 19: lunedì 22 in via Exaudinos, martedì 23 in una casa di Corso Umberto, mercoledì 24 in via Rosa. Giovedì 25 alle 21 nel largo Mons. Gambuzza il concerto della Civica Filarmonica di Modica, diretta dal Maestro Di Pietro. Venerdì 26 alle 19,30 nell’eucaristia l’omelia del diacono Paolo Catinello, assistente della Caritas diocesana e direttore di Migrantes, sul tema “Dov’è tuo fratello? RICONOSCERE la dignità di ogni uomo”. Alle 20,30 alla Domus alcune testimonianze sull’immigrazione, anche a partire da una piccola indagine fatta da alcuni gruppi di catechismo. Sabato 27 alle 19,30 la messa con l’omelia di don Stefano Trombatore, direttore dell’ufficio diocesano di pastorale sociale, su “Non passare oltre senza fermarti. ACCOGLIERE la presenza di Dio nel profugo”. Dopo, alle 21 sulla scalinata del duomo, lo spettacolo “Forza venite, gente!” con la Compagnia del Piccolo Teatro. Domenica 28 alle 10,30 la messa con la partecipazione dell’Unitalsi e l’unzione degli infermi. Alle 19,30 l’Eucaristia con l’omelia di padre Giovanni Salonia, cappuccino e direttore dell’Istituto di Gestalt “Kairòs”, sul tema “CONDIVIDERE per supplire all’indigenza dei fratelli poveri”. Alle 21 sulla scalinata del duomo la commedia “Il prelato”, a cura della Compagnia teatrale “La Raccomandata”. Lunedì 29 alle 8,30 e 10,30 e poi alle 19,30 presieduta dal vescovo di Piazza Armerina don Rosario Gisana; quindi la processione e a mezzanotte i giochi d’artificio. I giovani sono impegnati in un sorteggio a favore della comunità di Muhanga in Congo, con la quale c’è da tanti anni un gemellaggio, mentre una parte delle offerte della festa andrà per la rete di pronta accoglienza Portico di Betsaida. Il Comune offre illuminazione, fuochi d’artificio e banda musicale. “La festa di S. Pietro – scrivono don Corrado Lorefice e don Rosario Rabitto – è una preziosa opportunità di aprire il cuore e ricentrare la nostra vita sul Vangelo. I discepoli di Gesù siamo chiamati ad essere porta Bella che include e non esclude”.