Donatella Finocchiaro, nella seconda affollata serata del XVIII VideoLab Film Festival al Museo archeologico di Kamarina, ha parlato del suo cinema breve e di nuovi progetti.
Nella kermesse cinematografica, fondata e diretta da Andrea Di Falco e condotta dalla giornalista Lucia Fava, l’attrice ha ricordato Capolinea, un corto di Mario Cosentino.
«Il corto – sottolinea la Finocchiaro – è nato dal lavoro di un gruppo di amici. Si tratta di una sorta di incubo ad occhi aperti. Mario creò addirittura un piccolo dolly per le riprese. È stato girato assolutamente senza budget. La verità è che di corti ne ho fatti veramente pochi. Anche se adesso ne sto per realizzare un altro, firmato da Gianni Saponara. Racconta la storia di un carabiniere morto negli Anni di Piombo. Io interpreto la moglie del protagonista».
A breve la Finocchiaro sarà impegnata nella lavorazione di un lungometraggio, Beate di Samad Zarmandili. «È una commedia – ricorda – ambientata in Veneto. Il racconto si sviluppa all’interno di una fabbrica, che però è anche un convento di suore. La fabbrica sarà chiusa. Ma dalla solidarietà tra suore e operaie nascerà una nuova azienda collettiva. Io interpreto un’operaia siciliana che vive da anni al Nord. Lucia Sardo è la mia zia suora. È un piacere tornare a lavorare con lei. È una cara amica. Non accadeva dal 2003, dai tempi di PerdutoAmor di Franco Battiato».
Per la sezione OltreCinema, il festival ha dedicato un momento poetico alla Grecia: un’idea che circola per il mondo di Carmelo Nicotra. Al fianco del regista, hanno calcato il palco anche Maria Lombardo, giornalista de La Sicilia e gli attori Francesco Savarino e Simonetta Cuzzocrea. L’incontro è stato preceduto da un intervento di Caterina Carpinato, docente di Lingua e letteratura neogreca all’Università Cà Foscari di Venezia.
Stasera, il festival, nel suo omaggio a Kamarina, promuove la propria visione di CinemArcheologia. È in programma Agrigentum di Marcantonio Corrieri e Giancarlo Sanfilippo (Italia 2015, 36’). Domani sera sarà la volta di Le misteriose pietre di Hakkari di Bahriye Kabadayial (Turchia 2014, 40’).
Il VideoLab dedica un appassionato tributo ad un maestro del cinema d’arte che è venuto a mancare di recente: Kiarostami, il poeta dello sguardo, presentato nella rilettura di Gianluca Salvo.
In questa edizione ricca di nuovi sguardi, il festival accoglie, nella sezione OltreCinema, ancora una volta, la lezione etica ed estetica di Sebastiano Gesù. Lo storico e docente di cinema, autentico punto di riferimento dei cineasti siciliani, conduce, da una prospettiva inedita, la propria ricerca su un narratore della macchina da presa, attraverso un libro, un documentario e una mostra di foto e di manifesti: Il deserto e il grido. Pier Paolo Pasolini e l’Etna. L’incontro con Sebastiano Gesù è coordinato dal critico letterario Giuseppe Pitrolo.
Il programma prosegue con la proiezione di sei dei diciotto Cortometraggi Mediterranei in concorso: Waiting for Harry di Antonio Benedetto (Italia-Usa 2016, 14’), La slitta di Emanuela Ponzano (Italia 2016, 19’), A day in a life di Michele Bertini Malgarini (Italia 2015, 16’), Non senza di me di Brando De Sica (Italia 2015, 14’), Juliet di Marc-Henri Boulier (Francia 2015, 11’), 2002: Odissea dall’Afghanistan di Diego Monfredini (Italia 2016, 22’).
I corti di domani, domenica 28 agosto sono: L’ombra di Caino di Antonio De Palo (Italia 2016, 30’), El audifono di Samuel Quiles Palop (Spagna 2015, 15’), Dove l’acqua con altra acqua si confonde di Gianluca Mangiasciutti e Massimo Loi (Italia 2016, 15’), Hostal Eden di Gonzaga Manso (Spagna 2015, 14’); Bellissima di Alessandro Capitani (Italia 2015, 12’); Oripeaux di Sonia Gerbeaud e Mathias De Panafieu (Francia 2015, animazione, 10’).