Il cinema noir non nasce in un posto preciso e in un momento preciso: il termine è utilizzato dalla critica francese per definire una certa cinematografia americana degli anni 40, caratterizzata da storie e personaggi cupi, dalla morale controversa, per lo più raccontati in contesti metropolitani. Ma noir è una qualità che non si riduce ai criteri restrittivi di un genere cinematografico e può attagliarsi anche a prodotti artistici lontani, persino neorealistici: si pensi allo straordinario Ossessione di Visconti, rifacimento in chiave italico-rurale del Postino bussa sempre due volte, indicato da molti come l’esempio più alto di cinema “nero”.

La storia, le figure, i luoghi del noir sono l’argomento del bel libro di Alberto Guerri, edito da Gremese. Una approfondita analisi della poetica e dell’estetica di questo cinema “maledetto”, in cui spesso si rappresenta il cortocircuito fra bene e male.

Gli esempi di cinema “al nero” sono troppi per elencarne anche solo una parte rappresentativa. Scegliamo, per tutti, proprio un film francese, che raccoglie il testimone delle produzioni americane e dà vita a quel filone di storie che poi si chiamerà polar. Parliamo di Ascensore per il patibolo, di Louis Malle, storia al cardiopalmo costruita come un perfetto meccanismo a orologeria. La sublime Jeanne Moreau riempie del suo fascino ambiguo lo schermo, mentre i personaggi al maschile ruotano intorno a disegnare orbite sghembe di vite alla deriva.

La colonna sonora di quel film fu affidata a Miles Davis, che tentò – riuscendoci – un esperimento destinato a fare storia: la musica fu totalmente improvvisata, e creata dai musicisti mentre scorrevano davanti a loro le immagini del film. Un perfetto esempio  di commistione fra scrittura (del film) e di improvvisazione (della musica) che aumentò in modo esponenziale la temperatura emotiva della storia. Il jazz divenne presto il linguaggio musicale preferito dagli autori del noir, con le sue sonorità evocative di giungle urbane, di vite sospese, e con la sensualità dei timbri e dei fraseggi che scandivano quelle storie pulsanti di passionalità.