“Il precariato va combattuto. Senza “se” e senza “ma”. Vanno fatte scelte di campo specifiche. Per non lasciare gli occupati senza speranze per il futuro”. Il vicesindaco di Ragusa, Giovanni Cosentini, esponente di vertice del Pid dell’area iblea, non ha dubbi.
“Quanto accaduto di recente a Palermo – sostiene Cosentini – dimostra l’insipienza, forse voluta, di certa classe politica nell’affrontare una questione che avrebbe meritato di essere risolta già da tempo. Anche in provincia di Ragusa occorre condurre una battaglia decisa e pragmatica per arrivare al dunque. La nostra deputazione regionale si attrezzi nel trovare risposte che non possono più essere differite. Risposte da dare a 17 lavoratori del Consorzio di bonifica di Ragusa che attendono da anni di veder riconosciuti i propri diritti, nonostante l’opposizione decisa della Regione che invece di sanare i rapporti preferisce frapporre ostacoli di tutti i tipi. Risposte che attendono anche altri 24 lavoratori dello stesso Consorzio, assunti negli anni scorsi a tempo determinato, i quali sono in attesa di indicazioni certe, assieme alle loro famiglie, per il proprio futuro. Un futuro che avrebbe dovuto essere salvaguardato dalla legge regionale numero 14 del 28 giugno scorso. Cosa che non si è verificata.
Lo stesso è accaduto, come se non bastasse, per altri sei lavoratori del Consorzio in questione. E lo stesso rischia di accadere anche per i precari del Consorzio universitario ibleo oltre che per quelli dell’Ato ambiente. Situazioni di precarietà che si prolungano invece di accorciarsi. Sono i precari cosiddetti “storici”, sono coloro che dalla politica si attendono la normalizzazione di percorsi ormai acquisiti e che, invece, sono costretti a prendere atto che, molto spesso, è la stessa politica a non trovare le vie più brevi per arrivare al traguardo. Mi dispiace, lo dico ancora, che i nostri deputati regionali non siano stati finora in grado di fornire una mano alla concretizzazione di un progetto complessivo di stabilizzazione.
Quanto dovremo ancora aspettare? C’è una stanchezza di fondo che ormai è subentrata e che ha fatto perdere le speranze. Noi speriamo di tenere ancora viva la fiammella. Ma ci rendiamo conto, ogni giorno di più, che è davvero dura”. (r.b.)