“Ho raccontato le mie idee. Di certo ho rischiato di apparire superficiale ma credo che occorra squarciare questo velo che ‘delle cose importanti, in campagna elettorale, non si parla’. Mi sono chiesto: se non parliamo delle cose importanti in campagna elettorale e delle cose scomode, di che cosa dobbiamo parlare?”
Inizia così Nitto Rosso nella sua intervista a Giornale Ibleo, di cui è anche editore e giornalista, a tre giorni dal voto e tira già le conclusioni della sua campagna elettorale.
“Si è urlato l’uno contro l’altro, ma io ho preferito un’altra strada, quelle delle idee – continua Rosso – in un panorama dove la parola ‘politica’ è ormai considerata solo in modo negativo, la necessità è quella di riscattarne il significato. La coerenza delle scelte, la chiarezza nei contenuti, l’interesse reale nei bisogni dei cittadini e il desiderio di migliorare e amministrare con competenza: questo per me significa fare politica. Penso che la principale questione sia ridare credibilità al ruolo per cui mi sto candidando”.
Hai parlato molto di economia e scelte coraggiose. Di cosa ha bisogno la nostra Regione?
“Il sole 24 ore ha messo in evidenza come i candidati alla Presidenza non hanno voluto parlare di economia. Io ne ho parlato partendo dall’affermazione conclusiva del convegno dei migliori economisti mondiali, che è sintetizzata nella affermazione di BUSETTA: ‘La Regione Sicilia ha bisogno di statisti, gente capace di fare cose grandi e non grandi favori’. Questa frase non è mia. E di certo non faccio uso per autoincensarmi, ma solo per sottolineare come sia percepita da tutti la necessità di un ricambio del ceto politico esistente. Grande è l’amarezza, la disperazione, la voglia di cambiamento. La mia offerta politica è diretta principalmente a queste persone, che in cuor loro sperano di trovare un motivo, un motivo solo per ritornare a sperare”.
Quali sono state le strategie vincenti e quali i punti negativi?
“Ciò che mi ha stupito in questi 40 giorni è stato l’affetto ad ogni post pubblicato, ad ogni sguardo che incontro per strada. Avrei voluto avere più tempo, vorrei gustarmelo di più questo momento. Sicuramente il ricorso ai Social è stato un momento felice perché mi ha fatto incontrare rapidamente un grande numero di persone, aldilà della loro effettiva condivisione del mio pensiero. Ho trovato un ambiente più maturo, tollerante e curioso del pensiero altrui. Ribadisco che ciò non significa che tale curiosità si tradurrà in consenso. Mi ha infastidito invece l’avere scoperto che esiste anche a Ragusa una rete organizzata di finti odiatori professionali, che si muovono con modalità terroristiche e che hanno tentato senza riuscirvi di spostare un formale dissenso alla promozione delle idee. Ti vogliono impedire di manifestare il tuo pensiero. E ti offendono a prescindere. Questo fenomeno che loro vorrebbero far apparire quasi in modo casuale in realtà non lo è per nulla. Dopo la campagna elettorale produrremo un ampio ed articolato dossier con le foto dei profili di queste persone e dimostreremo come sono organizzati e per chi hanno lavorato”.
Vincerai o perderai?
“Vi prego non chiedetemi se vinceremo o perderemo. Dovremmo capire cosa è la vittoria. Se la vittoria è sedere a Palermo per perpetuare questo squallore, certamente non voglio vincere. Io vinco se riuscirò ad essere rappresentante di un modo nuovo di fare politica, se avrò le capacità di esserlo, la preparazione e la forza di incarnare le esigenze ed i bisogni collettivi e non individuali, del favore spicciolo, per essere chiari. Credo comunque di poter segnare già un punto positivo, ovvero la mera circostanza dell’ingresso in politica di questo gruppo di persone, che finalmente dopo esserci liberati dell’ingombrante presenza di vecchio e stereotipato modo di fare politica, vuole interpretare diversamente il mandato degli elettori. Questo ci consentirà di essere realmente protagonisti. In Italia si lavora da tempo per costruire un’area di moderati e progressisti, andando oltre i vecchi simboli e ricercando l’aggregazione di forze nuove che non si rivedono nelle organizzazioni politiche esistenti, pur potendo condividere per larghe linee i valori fondanti di questa area di centro. Riteniamo questo percorso il nostro ambito politico strategico da coltivare”.
Insomma perché votare Nitto Rosso?
“Sono realmente un’alternativa ad un quadro esistente che a mio avviso ha fatto il suo tempo. Coniugo diverse esperienze lavorative e dunque conoscenze professionali utili per fare bene. E questo fa di me un rappresentante moderno di un rinnovato ceto politico”.
fonte Maria Strazzeri – Giornale Ibleo