Una scuola di Comiso vanta il record di laicità. Nella scuola materna Idria, che fa parte dell’Istituto Edmondo De Amicis, l’87,5 per cento degli alunni non si avvale dell’insegnamento della religione cattolica.
Potrebbe sembrare un dato legato all’allontanamento progressivo dalla religione (dato che, in tutta Italia, accomuna la religione cattolica così come altre fedi), ma nel caso di Comiso la situazione è diversa.
I bambini che non frequentano le lezioni di religione sono in gran parte bambini di religione musulmana. A Comiso c’è una forte presenza di immigrati, la maggior parte maghrebini e soprattutto di origine tunisina e quasi tutte le famiglie si sono insediate nel centro storico spopolato dagli italiani che hanno preferito i più comodi appartamenti nelle abitazioni di periferie o nelle villette della cintura urbana. Quasi tutte le famiglie sono di religione musulmana e i bambini non frequentano le lezioni di religione.
Comiso dunque ha il record per la scuola dell’infanzia. Su 48 bambini della scuola materna Idria (in tre classi) solo otto sono italiani e si avvalgono dell’insegnamento della religione.
Il dato, dunque, ha una chiave di lettura diversa rispetto all’allontanamento dalla religione. Un dato che ragioni storiche ed etniche. Accade lo stesso, per ragioni diverse, a Torre Pellice, in provincia di Torino, sede della chiede valdese in Italia. Qui nella secondaria di primo grado 148 alunni su 175, pari all’84,57 per cento, non si avvalgono delle lezioni di religione. Accade perché la comunità di Torre Pellice è in gran parte di religione valdese.
I dati sono stati resi noti dal giornale on line ww.riforma.it, organo collegato alla chiesa luterana in Italia. Dati che fanno riflettere e che hanno diverse chiavi di lettura.
“Nella nostra città – commenta il sindaco Maria Rita Schembari – il centro storico si è via via spopolato. La tipologia delle abitazioni, spesso molto piccole, non rispondeva ai nuovi bisogni abitativi e le giovani coppie si sono via via spostate in periferia. Le case sarebbero rimaste disabitate e tante famiglie di immigrati hanno invece trovato la possibilità di un alloggio. Questa realtà deve interrogarci per la nuova tipologia sociale che si sta creando e dobbiamo tenerne conto, anche per una migliore integrazione Il resto lo hanno fatto le scelte urbanistiche del passato che hanno spostato la città in periferia e persino troppo vicino agli argini dei fiumi. Lo scorso anno, a causa di un violento temporale, molte abitazioni sono state allagate, soprattutto nei piani bassi. Ma in quelle zone in realtà non si sarebbe mai dovuto costruire”.