“Per completezza di informazione intendo apportare alcuni chiarimenti in merito alla proposta lanciata, in questi giorni, dal consigliere provinciale Failla di redigere un disegno di legge, da sottoporre all’Ars, che trasferisca anche a Modica i vantaggi della legge su Ibla. Premesso che qualsiasi iniziativa tendente all’ottenimento di vantaggi al territorio non può che essere ben accetta, purtuttavia non è possibile gettare nel dimenticatoio quanto già in passato è stato fatto. Ricordo molto bene il convegno che si è tenuto a Modica, il 13 settembre del 2003, per la presentazione da parte degli esponenti politici de “La Margherita” del disegno di legge n. 667 del 11 agosto 2003 “Istituzione del Distretto storico-artistico-culturale ed ambientale del Val di Noto e norme per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico e culturale riconosciuto dall’Unesco quale bene dell’umanità”. In quella occasione – promossa tra gli altri dall’attuale capogruppo del PD al consiglio comunale di Modica, Giovanni Spadaro – fu presentato il progetto di legge che istituiva il Distretto storico-artistico-culturale del Val di Noto, comprendente anche il comune di Modica, definendone anche le finalità, i programmi di intervento e le modalità per l’erogazione dei contributi. Fra le finalità era prevista quella di curare, d’intesa con gli enti locali preposti, il coordinamento degli interventi di bonifica, di riabilitazione e di recupero dei centri storici oggetto di riconoscimento da parte dell’UNESCO. Nei programmi biennali di intervento, elaborato dai comuni facenti parte del Distretto, erano inclusi anche l’acquisizione, il consolidamento, la ristrutturazione ed il restauro di edifici privati di particolare valore, storico, artistico e monumentale da destinare ad usi pubblici e potevano essere altresì acquisiti immobili diruti o non abitabili per essere destinati dopo la loro sistemazione ad edilizia residenziale pubblica. In aggiunta a ciò era prevista anche l’acquisizione di aree per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria e il consolidamento e restauro conservativo di chiese, chiostri, oratori, conventi adibiti o da adibire al culto e/o centri di servizi pubblici o di uso pubblico sociali e culturali. Gli interventi potevano essere realizzati dal comune, sia su immobili di proprietà pubblica che privata, in via sostitutiva, o da privati, singoli o riuniti in consorzi. Per quanto riguarda le modalità di erogazione dei contributi per l’esecuzione, da parte dei privati, degli interventi era prevista la concessione, da parte degli istituti e delle sezioni di credito fondiario ed edilizio, di mutui agevolati assistiti dal contributo della Regione nella misura del 100 per cento della spesa sostenuta con il limite massimo di euro 200.000,00 per ogni intervento. Come si evince chiaramente da quanto precedentemente descritto non siamo all’anno zero per quanto riguarda le proposte di estensione della legge su Ibla anche a Modica. Per non parlare poi dei tentativi, effettuati dal sottoscritto, di inserire fra gli articoli delle passate finanziarie regionali emendamenti che impinguassero gli stanziamenti per la legge su Ibla in modo che ne potesse beneficiare anche il comune di Modica. Lungi da me qualsiasi volontà di fare polemica con il Consigliere Failla, perché sono stato da sempre un convinto assertore dell’apporto sinergico di tutte le componenti del territorio per risolvere i problemi che lo attanagliano, ma è necessario non dimenticare per guardare positivamente al futuro”.