La commissione Affari istituzionali dell’Ars, nel corso della seduta del 22 febbraio, ha discusso il disegno di legge n. 681, in base al quale chi è rinviato a giudizio per reati che vanno dall’associazione per delinquere alla prostituzione minorile non può essere nominato assessore o ricevere altri incarichi in Sicilia nella pubblica amministrazione e decade se il contratto è in itinere. La norma è composta da 14 articoli, ed era già stata approvata dalla commissione Antimafia dell’Assemblea, presieduta da Lillo Speziale (Pd).
Dodici sono i reati per i quali scatta il blocco alle nomine: associazione per delinquere, associazione di tipo mafioso anche straniere, sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, riciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita, omessa comunicazione delle variazioni patrimoniali da parte delle persone sottoposte a una misura di prevenzione nonché da parte dei condannati con sentenza definitiva, traffico illecito di rifiuti, delitti di tipo mafioso, prostituzione minorile, violenza sessuale. Il ddl, è denominato “Norme in materia di nomina di assessori e decadenza”.
Questi reati rappresenteranno “causa ostativa” al conferimento degli incarichi di consulenza presso le pubbliche amministrazioni, oltre che alla nomina di assessore regionale, provinciale e comunale .Stesso elenco per le motivazioni che porterebbero alla decadenza delle cariche di assessore. Una importante novità, poiché la giurisprudenza della Corte Costituzionale non consente di prevedere ipotesi di decadenza prima di sentenza definitiva.
L’Ars prende spunto dalle dichiarazioni rese dal Presidente della commissione parlamentare antimafia nazionale, onorevole Pisanu, che ha denunciato la violazione del codice etico dei partiti in ottocento casi. Prevista anche la stipula di un protocollo d’intesa tra Regione Siciliana, ministero della Giustizia e ministero dell’Interno affinché ogni eventuale rinvio a giudizio venga comunicato dalle cancellerie dei tribunali ai prefetti competenti, che trasmetteranno il tutto al presidente della Regione. L’iter legislativo prevede che il testo passi al vaglio della commissione sulla qualità delle leggi, per poi ritornare in Affari costituzionali.