NUOVI ALBERGHI A RAGUSA: ANCE E ORDINI PROFESSIONALI ANCORA A CACCIA DI CEMENTO

Il lupo perde il pelo ma non il vizio: è un vecchio proverbio che si attaglia molto bene al balletto che si è avviato sui nuovi alberghi a Ragusa. ANCE e Ordini di Ingegneri ed Architetti da una parte fanno accordi innovativi con Legambiente o organizzano convegni e laboratori sulla rigenerazione urbana, ma evidentemente è tutta una cosa di facciata: infatti, dall’altra parte, come il vampiro che tira fuori le zanne quando sente odore di sangue eccoli brindare appena si aggira per la città un po’ di profumo di cemento fresco: in questo caso la riesumazione dell’idea di nuovi alberghi, con conseguente ulteriore consumo di suolo. Sembra che non sia stato sufficiente aver costruito negli ultimi anni in campagna quasi 12.000 abitazioni per oltre 10.000.000 di mc impermeabilizzando per sempre da 3 a 4 milioni di mq. Lo stesso film già visto nel caso della variante PEEP del 2007, lo scandaloso affare che ha ricoperto ettari di campagna con una lastra di cemento.

E’ proprio una strana città Ragusa. Sembra vivere fuori dal mondo estraniandosi da tutto ciò che succede in Italia. Infatti tutto ciò accade mentre il 20 gennaio le commissioni Ambiente e Agricoltura della Camera dei Deputati ed il Parlamento approvavano a larga maggioranza un nuovo testo, da migliorare, della legge sul riuso del suolo edificato e sul contenimento del consumo di suolo.

In passato lo specchietto per le allodole per giustificare il consumo di suolo era quello di concedere a tutti di costruirsi la casa in campagna; ora lo specchietto è diverso: lo sviluppo turistico. Ci saremmo aspettati quindi che a rallegrarsi della sciagurata decisione del consiglio comunale fossero imprenditori del settore turistico, invece ci ritroviamo i soliti noti : ANCE e ordini professionali. Eppure a livello nazionale sia ANCE che Ordine degli Architetti si sono espressi in modo chiaro per la riduzione del consumo di suolo e per la rigenerazione urbana.

Ribadiamo che a Ragusa non servono alberghi in campagna. Se si vuole aumentare i posti letto (ammesso che ce ne sia bisogno, cosa di cui dubitiamo) si recuperi prima di tutto l’esistente. Non mancano grandi immobili da riutilizzare a fini alberghieri. C’è il grandissimo edificio a Punta di Mola, così come l’enorme ” Fungo “ di Piazza Libertà abbandonato da decenni. E come non pensare alle due strutture turistiche abbandonate sulla strada per Marina di Ragusa e sulla statale per Catania dietro la stazione di servizio, o a quella sul ponte vecchio chiusa da anni? Eppure rimangono lì inutilizzati. Oggi si chiedono nuovi alberghi, ma pochi anni fa invece si abbattevano alberghi esistenti per ricavarne appartamenti (Ionio Hotel). Allora perché costruire nuovi edifici in zona agricola? Forse il motivo è sempre lo stesso : la rendita edilizia a favore di quei pochi proprietari di fondi agricoli, amici dei soliti noti, che vedrebbero valorizzati i propri terreni. Sembra essere nella Napoli del magnifico film di Francesco Rosi “ le mani sulla città “ del 1963 . Invece sono passati 50 anni e siamo a Ragusa.