“La donna, figura complessa, emblema di bellezza e sensualità, ma anche di fragilità; cantata sin dalle origini della letteratura dai poeti nei loro versi e raccontata dagli scrittori nella prosa, è stata anche veicolo di emozioni quando un suo sguardo o un cenno di saluto permetteva al cavalier servente di potersi innalzare a Dio. E da donna angelo quale era considerata, col tempo, è diventata femme fatale, emblema della passione e dell’erotismo per diventare donna oggetto e, ancora, vittima silente in famiglia così come nel lavoro”
Così è iniziato il momento di riflessione di sabato mattina promosso dagli studenti dell’Istituto tecnico e del liceo artistico “G.Ferraris” che hanno accolto la dottoressa Ester Rizzo, autrice del saggio storico “Camicette bianche” e il dottor Tonino Solarino, psicoterapeuta.
L’incontro, cui è stato assegnato il titolo non certo casuale OBIETTIVO DONNA, ha riscontrato un notevole successo in sala dove gli studenti con garbo e interesse hanno assistito agli interventi degli ospiti.
Ester Rizzo ha trascinato e appassionato i ragazzi nella storia delle Camicette bianche, le donne, molte delle quali di origini siciliane, che perirono nell’incendio avvenuto il 25 marzo 1911 a New York, nella fabbrica di camicette bianche, “Triangle Shirtwaist Factory”, situata in un grattacielo. Donne che avevano lasciato la loro terra d’origine, voltando pagina con coraggio e forza, attraversando l’oceano e inseguendo il sogno americano per trovare dignità e lavoro che nella loro terra, in un certo senso, erano stati loro negati. Ester con grande maestria e perizia ha effettuato delle ricerche ridando loro una identità e una nuova vita strappandole dalla moltitudine dell’anonimato e trasformando i numeri in persone: Clotilde, Rosaria, Caterina, Lucia…
L’intervento della Rizzo è stato arricchito dalla visione di alcuni video che hanno sintetizzato con immagini significative quanto è avvenuto, ma anche la celebrazione del 25 marzo che si tiene annualmente a New York e a cui lei stessa ha assistito qualche anno fa, rivivendo una grande emozione.
Alcune ragazze, poi, del Liceo Artistico, rigorosamente in camicetta bianca, hanno effettuato delle letture, tratte dal libro “Camicette bianche, oltre l’8 marzo”, Navarra Editore- 2014, che hanno reso ancora più appassionante e commovente il momento.
Anche il dottor Solarino con la sua abile dialettica ha catturato l’attenzione degli studenti, puntando sulla complementarità dei generi, sulla diversità innegabile che esiste tra uomo e donna nel sentire, nel percepire gli atteggiamenti dell’altro.
Altro prezioso contributo all’evento è stato dato dalla Prof.ssa Bice Giampiccolo, docente di Diritto ed Economia presso l’istituto tecnico stesso che ha illustrato la Legislazione vigente in materia di stalking e di omicidio di genere e sottolineato l’importante compito della scuola che deve educare i giovani a celebrare la dignità della persona e a vivere realmente l’uguaglianza e la parità tra uomo e donna.
La mattinata si è conclusa ascoltando la lettura emozionante di una poesia, Scarpe Rosse, scritta dalla Prof.ssa Marinella Tumino, versi che sono stati premiati al concorso “Io Donna in 200 parole” mentre lo sguardo di molti presenti si volgeva verso il posto occupato, riservato per l’occasione, un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza.
La prof.ssa Marinella Tumino, moderatrice dell’incontro ma anche anima dell’evento assieme alle Professoresse Bice Giampiccolo e Carmela Leone, a conclusione della conferenza, si è dichiarata contenta e soddisfatta. Tutto il lavoro, peraltro, ha avuto come cornice il lavoro dei ragazzi del Liceo Artistico, guidati di professori Cicardo e Marino che si sono occupati brillantemente della grafica con la realizzazione di manifesti, pergamene e segnalibri. Anche l’angolo della regia è stato sapientemente gestito da alcuni alunni dell’istituto tecnico. Una grande sinergia fra istituto tecnico e liceo artistico che si è venuta a creare nell’arco di questi pochi mesi di convivenza di cui vanno fieri docenti e dirigente scolastico, con l’auspicio che possa essere un costante “crescendo”.