E’ una assalto alle prerogative del Consiglio comunale, quello tentato dalla Presidenza del Consiglio stesso nelle ultime due sedute del massimo consesso cittadino. Il Regolamento del Consiglio prevede infatti che tutti gli atti ispettivi presentati dai Consiglieri debbano essere portati alla discussione alla prima seduta utile e che lo stesso ordine del giorno debba prevedere al primo punto, con priorità rispetto agli argomenti suggeriti dalla stessa Amministrazione comunale, le Mozioni presentati dai Consiglieri comunali.
Questo disposto del Regolamento comunale pone infatti il Consiglio comunale al Centro delle Istituzioni cittadine, mentre l’attuale maggioranza e lo stesso Presidente Avv. Di Falco pretendono di ridurre il Consiglio a una cassa di risonanza dell’Amministrazione, piatta e subalterna.
Per ben due volte, in due sedute diverse del Consiglio, il Presidente è stato sollecitato da diversi Consiglieri del Movimento Democratico Territoriale e di tutti gli altri Gruppi di Opposizione, Pdl, Forza del Sud, Liste civiche, a rispettare il Regolamento. Ma il Presidente seguiva altri percorsi: il Regolamento sta stretto a questa “ democratica” maggioranza che lo vuole modificare, azzerando le prerogative dei Consiglieri comunali e colpendo il potere di controllo politico e istituzionale delle Opposizioni.
Non accontendandosi degli annunci per il futuro, il Presidente Di Falco, fiducioso nella forza dei loro numeri, contraddicendo clamorosamente gli impegni presi in Consiglio precedentemente, rispondeva col consueto garbo anglosassone che lui aveva deciso di violare il Regolamento.
Ma le Opposizioni hanno prontamente reagito all’assalto illiberale e insieme hanno occupato l’Aula consiliare.
A quel punto veniva chiesto un parere tecnico al Segretario che è stato perentorio: il Regolamento non prevede deroghe e va rispettato. Su questa linea si attestava anche il Sel. La seduta veniva quindi contestata per evidente illegittimità della convocazione e di lì a poco veniva rinviata.
Risultato: una figuraccia senza precedenti e un sintomo grave di questa maggioranza che predica bene e razzola malissimo.