Un pubblico numeroso ed attento presso la sala delle conferenze dell’Avis, affollata come non mai, ha partecipato alla presentazione del libro autobiografico del prof. Giambattista Xiumè , “Ombre della sera – Ricordi di un Chirurgo di Provincia”. Illustri relatori quali la Professoressa Rita Verdirame, docente presso l’Università di Catania, il Dott.Carmelo Arezzo giornalista pubblicista ed il Prof. Giorgio Flaccavento, editore del volume, hanno puntualmente illustrato i contenuti della prima pubblicazione, non scientifica, dell’illustre professionista che con molta modestia si definisce un “chirurgo di provincia”, chirurgo ed uomo noto ed apprezzato oltre i confini della nostra Regione, se non anche all’estero. Una serie di ragioni spingono un uomo a scrivere la propria autobiografia, ma Xiumè narra di se stesso e di quanto lo ha circondato nella sua lunga carriera per lasciare una traccia di sé, una testimonianza del vissuto personale, esemplarmente ricostruito nelle sue coordinate private che ineludibilmente incrociano i binari della vita pubblica. Senza falsa modestia l’io narrante colloca le variopinte tessere delle sue “opere” e dei suoi “giorni”, ora addentrandosi nelle tante miserie umane di cui è stato talvolta osservatore e più spesso comprimario, ora ricostruendo episodi gustosi con partecipe ironia, ora soffermandosi pensosamente sulle riflessioni anche etiche che lo hanno impegnato nel corso della sua attività, ora infine abbandonandosi alla dolcezza dolente della nostalgia, alle indisciplinate pressioni del sentimento. La narrazione procede lungo un arco temporale che si snoda per oltre settant’anni, attraversando un periodo storico di violenti rivolgimenti e di traumatici passaggi che hanno coinvolto la società, sconvolto costumi ed abitudini, rivoluzionato la scienza medica, di cui l’autore ricorda i tempi pioneristici pre-tecnologici insieme con la lezione di grandi maestri, il cui nome ancor oggi riecheggia alla memoria. Una narrazione del tutto aliena da saccenteria intellettuale e velleità retoriche, che scorre invece, fluida e garbata , sui binari del giudizio ippocrateo: “La vita è breve, l’arte è lunga, l’occasione è fugace l’esperienza è fallace, il giudizio è difficile”. L’autore “firma” la sua opera con un gesto di grande umanità e generosità, che lo ha sempre distinto nella sua professione e vita privata, devolvendo interamente i proventi della vendita del suo libro all’AVIS comunale di Ragusa. (Giancarlo Iaia)