Omicidio di Rosalba Dell’Albani: in aula a Siracusa il dolore e la commozione del marito

Prosegue il processo davanti alla Corte d’Assise di Siracusa, per l’omicidio di Rosalba dell’Albani avvenuto a marzo del 2023 a Giarratana. L’imputato è Mariano Barresi, cognato della vittima,  ha seguito l’udienza in video collegamento dal carcere di Bicocca (perché da Caltagirone, dove è rinchiuso, il collegamento non era disponibile).  Barresi risponde di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dagli abietti e futili motivi, dalla crudeltà, e dall’aver commesso il delitto in circostanze tali da ostacolare la privata difesa. Nell’udienza di oggi sono stati sentiti due carabinieri, citati dal pubblico ministero; hanno riferito della scena che si sono trovati davanti al momento dell’intervento. E anche il momento dell’arresto, con Barresi calmo ma in una sorta di stato confusionale. Rosalba Dell’Albani era stata uccisa mentre stava assistendo di notte l’anziana madre che viveva al piano terra dello stesso stabile abitato dalle sue sorelle, una delle quali sposata con l’omicida.

L’udienza e la testimonianza del marito

L’udienza è proseguita con la testimonianza del marito della vittima, Paolo Fracasso, parte civile nel procedimento; una lunga testimonianza, toccante e commovente di marito a padre, che ha richiesto alcune sospensioni. Il dolore, la conseguenze nella vita sua, dei suoi figli Michael, Gabriel e Brian, e della sua famiglia. Barresi ha chiesto di intervenire per rendere spontanee dichiarazioni. Nel corso della escussione dei testi era emerso il movente passionale per un episodio che era avvenuto circa un mese prima dell’omicidio. Barresi sarebbe entrato nel bagno al pian terreno dove abitava la suocera mentre la vittima che stava assistendo l’anziana madre, era appena uscita dalla doccia, prima di affrontare il turno di lavoro all’Asp. Barresi avrebbe precisato che voleva spegnere il motorino dell’acqua per evitare sprechi, ossessionato dalle spese e che sarebbe uscito subito. Non è stato ritenuto necessario che si sottoponessero ad esame anche i figli di Rosalba Dell’Albani e Paolo Fracasso, (anche loro parti civili e, come il padre, rappresentate dagli avvocati Gianluca Nobile e Mariachiara Mollica): i verbali delle dichiarazioni che avevano reso in fase di indagine sono stati acquisiti con l’accordo delle parti. Sono state quindi sentite Maria Concetta e Costantina Dell’Albani, sorelle della vittima; Costantina è anche moglie dell’imputato.

Entrambe hanno sostanzialmente confermato le dichiarazioni rese nel corso delle indagini, Costantina ha raccontato del carattere del marito – omicida reo confesso -, definito aggressivo, geloso, possessivo. E’stata molto dura e ha detto di avere chiuso ogni rapporto con l’uomo. Le sorelle, secondo quanto emerso in aula, avrebbero nelle loro confidenze manifestato la preoccupazione per i comportamenti strani che Barresi avrebbe avuto negli ultimi 3/4 mesi prima del delitto, tanto da pensare di coinvolgere anche le sue figlie per consigliargli un percorso con uno psicologo. Tra le ossessioni di Barresi, quella di evitare gli sprechi di acqua e luce, uno strano rovistare in armadi e cassetti (anche quelli che contenevano i coltelli) senza alcuna spiegazione. Ma anche il controllare l’automobile per vedere se era funzionante. Il processo riprenderà venerdì 31 maggio, quando verrà sentito il dottor Spadaro, medico legale a suo tempo incaricato dalla Procura per l’esecuzione dell’autopsia su Rosalba Dell’Albani. L’11 giugno è invece prevista l’audizione di tutti i residui testimoni della lista del PM; in quella data dovrebbe svolgersi anche l’esame dell’imputato. E’ stata anche calendarizzata una udienza per il 5 luglio in cui è fissato l’esame dei testimoni e consulenti tecnici indicati dalle parti civili. E’bene ricordare che la Corte – presidente Carrubba, a latere Frau, oltre ai 6 giudici popolari – si è riservata, non si è espressa, sulla richiesta di perizia psichiatrica avanzata dal legale di Barresi, Sergio Crisanti, volta ad accertare la capacità di intendere e di volere dell’imputato al momento del fatto: richiesta già avanzata più volte e respinta nelle precedenti fasi. 

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