Omicidio di Santa Croce. Domani l’autopsia sul corpo del 21enne Mohamed Anwer Debic. Sette gli indagati nella rissa; due per l’omicidio

Verrà effettuata domani l’autopsia sul corpo del 21enne Mohamed Anwer Debic, nato in Tunisia. ucciso nella serata del 7 settembre nel corso di una rissa che, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe avvenuta tra due gruppi contrapposti di connazionali, a Santa Croce Camerina. Subito dopo il conferimento dell’incarico da parte della Procura (medici incaricati il dottor Giuseppe Ragazzi e la dottoressa Andreana Maglitto) si procederà all’esame autoptico. Ancora non è noto se gli indagati che al momento sono 7, nomineranno dei consulenti di parte.

La prima ricostruzione dei fatti

Gli indagati nel procedimento sono 7, ma altri soggetti sarebbero ancora in fase di identificazione, come partecipanti alla rissa. Tutto sarebbe partito da un alterco tra due persone, a seguito del quale, una volta partito un pugno, si sarebbe passati ad impugnare coltelli, catene e machete

Tutti i soggetti sono indagati per la rissa (il codice prevede pene specifiche se nel corso della rissa rimane uccisa una persona)

Per due fratelli 22 e 26 anni l’ipotesi di reato è quella dell’omicidio aggravato in concorso. Avrebbero aggredito Debuic. Un colpo al petto, con un’arma contundente quello che avrebbe causato la morte del 21enne in pochi minuti ma l’autopsia sarà chiamata a chiarire anche questo aspetto. Sempre nel corso di quella rissa, un 28enne avrebbe ferito il 22enne – presunto omicida – alla schiena e ad una mano: per il 28enne l’ipotesi formulata dalla Procura è quella del tentato omicidio. C’è poi un 36enne che deve invece rispondere di lesioni personali aggravate per avere preso a colpi di catena  un coetaneo ferendolo alla testa.

La situazione dei feriti sembrava notevolmente più grave rispetto a quanto poi riscontrato. Per entrambi 10 giorni di prognosi, salvo complicazioni. A buona parte degli indagati (che vengono difesi d’ufficio dagli avvocati Pietro Sortino, Francesco Pannuzzo, Massimo Garofalo e Daniele Drago) viene contestato il possesso di un’arma impropria. Ancora in corso l’udienza di convalida dei fermi operati nei confronti dei soggetti (difesi di fiducia dagli avvocati Enrico Platania e Emanuele Gurrieri) sui quali pendono le accuse più gravi, quelle di omicidio e tentato omicidio. Alla base della lite, secondo qualche testimonianza, potrebbe esserci la spartizione delle zone di raccolta della plastica dismessa dalle serre, comparto che in molte occasioni ha fatto emergere appetiti criminali e comportamenti illegali nello smaltimento. La Cgil in una nota chiede che si presti la massima attenzione su questo tema; “Se è vero che dietro alla rissa che ha causato la morte del giovane tunisino c’è lo scontro per il controllo delle zone di raccolta della plastica dismessa delle serre occorre approfondire e capire cosa e chi c’è dietro. Al tempo stesso – ha detto il segretario provinciale di Cgil Ragusa, Peppe Scifo – occorre alzare la guardia a tutti i livelli, a partire dagli attori principali, gli imprenditori agricoli, i produttori, gli operatori e i gestori di impianti di raccolta e lavorazione”. 

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