Nella giornata di venerdi, alle prime luci dell’alba, i Carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa hanno notificato sei ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di:
· GIORDANELLA Giuseppe, 35 enne vittoriese, pluripregiudicato;
· ROTANTE Gianluca, 36 enne vittoriese, pregiudicato;
· SAUNA Giambattista, 35 enne vittoriese, pregiudicato;
· LOREFICE Ignazio, 53 enne vittoriese, pregiudicato;
· GILIBERTO Giuseppe, 54 enne vittoriese, pregiudicato;
· AVOLA Giuseppe, 67 enne vittoriese, pregiudicato.
I provvedimenti emessi dal GIP del Tribunale di Ragusa, dott. Claudio Maggioni, riguardano una complessa ed articolata attività d’indagine, avviata nel luglio del 2012 e conclusasi a gennaio 2013, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Ragusa, dott. Carmelo Petralia e dal sostituto dott.ssa Federica Messina e condotta dal Nucleo Investigativo Provinciale dei Carabinieri con la determinante collaborazione della Compagnia Carabinieri di Vittoria.
L’attività investigativa traeva origine a seguito del tentato omicidio in danno di uno degli arrestati, GIORDANELLA Giuseppe, perpetrato a fine giugno 2012, commesso ad opera di ignoti mediante l’esplosione, all’indirizzo del precitato, di numerosi colpi di pistola chiaramente indirizzati per uccidere; questi si rifugiava e si presentava presso la Stazione Carabinieri di Acate in seguito all’agguato subito rendendo al personale operante, tuttavia, dichiarazioni discordanti e fuorvianti sui responsabili e sulle motivazioni che avevano scaturito tale episodio criminale. Si riteneva, in particolare, che il grave episodio occorso ben potesse ricondursi ad un movente di tipo intimidatorio da ricercarsi nell’ambito di ambienti malavitosi ovvero trattarsi di un vero e proprio regolamento di conti ai danni di GIORDANELLA e non andato a buon fine.
Le successive attività investigative permettevano di acclarare ed ipotizzare l’esistenza di un gruppo criminale organizzato e da tempo attivo nel territorio della provincia di Ragusa, dedito, in particolare, alla programmazione e realizzazione di furti presso aziende artigianali ed industriali, nonché abitazioni. Contestualmente veniva, altresì, delineato il modus operandi della “banda”, il che consentiva di individuare anzitutto la base logistica del gruppo, i mezzi utilizzati per compiere i colpi, oltre che accertare la frequenza ed assiduità dei contatti intrattenuti tra i correi, i ruoli ricoperti ed i compiti affidati a ciascuno dei partecipi, le tecniche utilizzate in occasione della realizzazione dei furti (la strumentazione che il gruppo ha nella sua disponibilità – flessibili a disco rotante, cannelli ossidrici, grimaldelli, passamontagna, sottocaschi, radio trasmittenti, visore notturno – rivela peraltro la spiccata professionalità delinquenziale dei suoi membri).
I furti venivano perpetrati su tutto il territorio della provincia iblea ed in particolare, quelli a riscontro dell’attività d’indagine, nei Comuni di Comiso, Scicli(frazione Donnalucata) e Vittoria, per un danno complessivo che si aggira sulle svariate migliaia di euro. Basti pensare, per farsi un’idea del lucroso traffico, che durante l’esecuzione dei provvedimenti, nel corso della contestuale perquisizione, si è addivenuti al sequestro di un ingente quantitativo di prodotti per l’agricoltura – fitofarmaci – di presumibile provenienza illecita, che immessi sul mercato avrebbero fruttato al gruppo circa 10.000,00 euro.
Per quanto concerne l’esigenza dell’emissione di provvedimenti di custodia cautelare, il GIP di Ragusa evidenzia che tale provvedimento si è reso necessario perché la gravità dei fatti e le specifiche modalità delle condotte contestate, indicative di professionalità nello svolgimento dei furti, rivelano come si tratti di un gruppo di persone che per efficienza operativa appare stabilmente dedito a tale tipo di attività delittuosa. Quanto alla scelta della misura, l’unica idonea alla natura ed al grado delle esigenze cautelari da fronteggiare nel caso concreto, è rappresentata dalla custodia cautelare in carcere, conducendo la pericolosità sociale degli indagati, desumibile dai reati commessi e dai precedenti penali(sono tutti recidivi e per 4 dei 6 c’è recidiva specifica e reiterata), ad un giudizio di inadeguatezza delle altre misure coercitive.
L’attività di contrasto ai reati contro il patrimonio a livello provinciale, ed in particolare dei furti in abitazione e nelle aziende agricole ed artigianali, sia in fase di prevenzione che di repressione, traeva ulteriore impulso in conseguenza del crescente allarme sociale determinato dal preoccupante aumento di tali crimini anche a causa della perdurante crisi economica e dalle decisioni prese in sede dei numerosi Comitati dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica indetti da S.E. il Prefetto di Ragusa, Annunziato VARDE’, per cercare di affrontare, analizzare e contrastare l’aumento esponenziale di tali reati.