Restano basiti, di fronte alle esternazioni di Crocetta in conseguenza della soppressione delle Province, i senatori del gruppo Grandi Autonomie e Liberta’ del Senato, di cui fa parte Giovanni Mauro.
Unitamente ai colleghi Mario Ferrara, Antonio Scavone e Giuseppe Compagnone, in una nota congiunta, Mauro sottolinea come non si comprendano le dichiarazioni del Presidente della Regione Siciliana che prima rassicura dipendenti sul mantenimento delle posizioni occupazionali e, subito dopo, minaccia il Governo nazionale con un ricatto che vede come ostaggio sia i lavoratori che, nel complesso, i cittadini siciliani. Nel corso di un colloquio con il Primo Ministro Gianni Letta, Crocetta, infatti, ha chiesto un provvedimento legislativo per determinare il trasferimento dei dipendenti delle Province in altri Enti nel momento in cui saranno attivati i liberi consorzi tra i comuni altrimenti i commissari alle Province potranno restare a vita.
Si ritiene che quello di gestire direttamente le Province attraverso la nomina di commissari ed ogni occasione di confusione su competenze e prospettive è il sistema per appagare queste smanie di potere.
Più realisticamente, forse, non si sa come procedere in avanti. Sarebbe utile conoscere la risposta del premier Letta, di fronte a tale dimostrazione di inadeguatezza propositiva e politica.
Si vuole ricordare che il Governatore siciliano, per abolire le Province, ha fatto approvare una legge regionale che non fa altro che promettere un’altra legge e, a pochi mesi dallo scadere del termine per riorganizzare queste strutture di governo intermedio, non si ha nessuna idea di come funzionerà la macchina amministrativa in futuro.
Basta solo un esempio: tra poco più di un mese inizierà il nuovo anno scolastico e, le Province non saranno in grado di adoperarsi per la manutenzione negli edifici scolastici di competenza e per l’assistenza dei diversamente abili.
“Questa situazione” hanno concluso i senatori siciliani del gruppo Gal, “a parer nostro, dimostra non solo l’incapacità di Crocetta di saper programmare le riforme tanto strombazzate, ma anche quali e quanto grandi siano le mire di potere cui aspira visto che è capace di praticare un tale vile ricatto nei confronti dello Stato”.