Parla Versalis: “Ecco perché chiudiamo Ragusa a breve”. Colpa della chimica di base in Europa. Le parole dell’amministratore delegato

L’impianto di polietilene di Ragusa chiuderà a breve, entro l’anno stando a quanto riferisce il personale stesso. È quanto confermato dall’amministratore delegato di Versalis, Adriano Alfani, durante un’intervista rilasciata a Polimerica. Questa decisione, parte di un ampio piano di ristrutturazione, segna un momento cruciale per la chimica di base in Europa, con ripercussioni dirette sul tessuto economico e occupazionale del territorio ibleo.

Ragusa: un impatto immediato

“La chiusura dell’impianto di Ragusa è dovuta a un eccesso di offerta nel mercato europeo e alla competitività dei prezzi dei prodotti importati, che rende non conveniente continuare a produrre localmente”, ha dichiarato Alfani nell’intervista curata da Carlo Latorre. Questo stabilimento rappresenta non solo un pilastro industriale della provincia, ma anche una fonte di reddito per 135 piccole imprese di autotrasporto, che operano con una flotta di circa 200 veicoli industriali.

La decisione ha suscitato forte preoccupazione tra le parti sociali e il Ministero delle Imprese, che ha convocato un tavolo di confronto per il 3 dicembre, durante il quale Versalis presenterà il proprio piano industriale e le strategie per gestire questa transizione.

Le ragioni della crisi

Secondo Alfani, la chimica di base in Europa sta vivendo una crisi “strutturale e irreversibile”. Tra le cause principali ha elencato:

  • Alti costi delle materie prime ed energia, rispetto a regioni come Stati Uniti e Medio Oriente.
  • Eccesso di capacità produttiva a livello continentale.
  • Un quadro normativo sempre più stringente, che penalizza le produzioni europee rispetto alle importazioni.

“L’etilene prodotto nei cracker europei è tre volte più caro rispetto a quello di altre regioni, e la filiera a valle non riesce a colmare una tale disparità di costi”, ha aggiunto Alfani.

Priolo e Brindisi: riconversioni in vista

Non solo Ragusa. Versalis ha annunciato la chiusura entro 12-18 mesi degli ultimi due impianti di cracking rimasti in Italia, a Priolo e Brindisi. Tuttavia, per questi siti sono previsti progetti di riconversione:

  • Priolo sarà in parte trasformato in una bioraffineria, sfruttando le infrastrutture esistenti e in collaborazione con Eni.
  • Brindisi diventerà un centro per la produzione di accumuli stazionari e per il riciclo meccanico di materiali plastici, con un progetto complementare a quello in fase di completamento a Porto Marghera.

Nuove direzioni: biochimica, economia circolare e specializzazione

Il piano di trasformazione di Versalis mira a uscire dal mercato delle commodities, puntando su tre nuove piattaforme:

  1. Biochimica, attraverso tecnologie proprietarie e collaborazioni con Novamont.
  2. Economia circolare, con impianti per il riciclo meccanico e chimico.
  3. Specializzazione, con investimenti in compounding e materiali innovativi.

L’impianto dimostrativo per il riciclo chimico a Mantova sarà completato entro fine anno, mentre un nuovo impianto su scala industriale è previsto a Priolo entro il 2028, in vista delle nuove normative UE sul contenuto di riciclato negli imballaggi.

Futuro nero per Ragusa

Mentre Priolo e Brindisi vedono prospettive di riconversione, Ragusa non figura nei piani di investimento futuri di Versalis, lasciando il territorio a fare i conti con le conseguenze di questa chiusura. Resta da vedere se il confronto al tavolo ministeriale, in programma per il 3 dicembre, porterà soluzioni che possano mitigare l’impatto occupazionale e sociale di questa decisione.

La crisi della chimica di base in Europa trova in Sicilia una delle sue vittime più emblematiche, mentre Versalis cerca di reinventarsi in un mercato sempre più orientato alla sostenibilità e all’innovazione. Ma a quanto pare escludendo Ragusa che a Versalis-Eni-Polimeri Europa-Abcd ha dato tantissimo.

L’intervista completa su Polimerica: https://www.polimerica.it/articolo.asp?id=32863

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