L’impianto di polietilene di Ragusa chiuderà a breve, entro l’anno stando a quanto riferisce il personale stesso. È quanto confermato dall’amministratore delegato di Versalis, Adriano Alfani, durante un’intervista rilasciata a Polimerica. Questa decisione, parte di un ampio piano di ristrutturazione, segna un momento cruciale per la chimica di base in Europa, con ripercussioni dirette sul tessuto economico e occupazionale del territorio ibleo.
“La chiusura dell’impianto di Ragusa è dovuta a un eccesso di offerta nel mercato europeo e alla competitività dei prezzi dei prodotti importati, che rende non conveniente continuare a produrre localmente”, ha dichiarato Alfani nell’intervista curata da Carlo Latorre. Questo stabilimento rappresenta non solo un pilastro industriale della provincia, ma anche una fonte di reddito per 135 piccole imprese di autotrasporto, che operano con una flotta di circa 200 veicoli industriali.
La decisione ha suscitato forte preoccupazione tra le parti sociali e il Ministero delle Imprese, che ha convocato un tavolo di confronto per il 3 dicembre, durante il quale Versalis presenterà il proprio piano industriale e le strategie per gestire questa transizione.
Secondo Alfani, la chimica di base in Europa sta vivendo una crisi “strutturale e irreversibile”. Tra le cause principali ha elencato:
“L’etilene prodotto nei cracker europei è tre volte più caro rispetto a quello di altre regioni, e la filiera a valle non riesce a colmare una tale disparità di costi”, ha aggiunto Alfani.
Non solo Ragusa. Versalis ha annunciato la chiusura entro 12-18 mesi degli ultimi due impianti di cracking rimasti in Italia, a Priolo e Brindisi. Tuttavia, per questi siti sono previsti progetti di riconversione:
Il piano di trasformazione di Versalis mira a uscire dal mercato delle commodities, puntando su tre nuove piattaforme:
L’impianto dimostrativo per il riciclo chimico a Mantova sarà completato entro fine anno, mentre un nuovo impianto su scala industriale è previsto a Priolo entro il 2028, in vista delle nuove normative UE sul contenuto di riciclato negli imballaggi.
Mentre Priolo e Brindisi vedono prospettive di riconversione, Ragusa non figura nei piani di investimento futuri di Versalis, lasciando il territorio a fare i conti con le conseguenze di questa chiusura. Resta da vedere se il confronto al tavolo ministeriale, in programma per il 3 dicembre, porterà soluzioni che possano mitigare l’impatto occupazionale e sociale di questa decisione.
La crisi della chimica di base in Europa trova in Sicilia una delle sue vittime più emblematiche, mentre Versalis cerca di reinventarsi in un mercato sempre più orientato alla sostenibilità e all’innovazione. Ma a quanto pare escludendo Ragusa che a Versalis-Eni-Polimeri Europa-Abcd ha dato tantissimo.
L’intervista completa su Polimerica: https://www.polimerica.it/articolo.asp?id=32863