PARTECIPAZIONE E COMMOZIONE ALLA SCUOLA DELLO SPORT NEL RICORDO DI MIMI’ AREZZO

“L’anima di una città è data dalla somma dei pensieri, dei sentimenti, delle emozioni di tutti coloro che nei secoli precedenti, l’hanno abitata. La nostra magica Ragusa è stata formata, voluta, realizzata da quanti ci hanno nei secoli preceduto, e per questo a loro va il nostro pensiero riconoscente.” Mimì Arezzo.

Si è svolto ieri, presso l’Auditorium della Scuola dello Sport,  la premiazione del premio poetico letterario “Una Ragusa da Amare” sull’onda ad un omaggio di una grande ragusano Mimì Arezzo, che due anni fa Ragusa perdeva e con lui spariva l’ultimo vero innamorato della sua, della nostra Terra.  La premiazione è  iniziata con la presenza di uno zampognaro che ha allietato con delle noti musicali natalizie la serata.

A presentare l’iniziativa, promossa dall’Associazione “Gli Ultimi Cantastorie” e il Centro Servizi Culturali, è stata la dottoressa Clara Amanti, insieme ad Emanuele Schembari, presidente della giuria che ha valutato e  decretato il vincitore del premio  consultandosi con gli altri componenti della giuria,  tra cui, Giovannella Galliano,  Gianna Dimartino, Giada Drocker e Teresa Guarnuccio.

  La prima edizione ha visto la partecipazione di 60 studenti di scuola media inferiore, che, attraverso i loro scritti ( poesie e temi), hanno dimostrato che la cultura è un cibo per tutti, non solo per quelli del settore. E Mimì, in particolar modo, aveva una passione smisurata verso i ragazzi perchè, diceva, ” possono essere solo loro i nostri portatori della cultura, sono loro il nostro futuro”. Così i premiati: sezione poesia, 1° PREMIO, Simone Lacarrubba (F. Crispi/1D); 2° PREMIO, Walter Cannella  (F. Crispi/1D);3° PREMIO; Lorenzo leggio  (F. Crispi/2C). Sezione tema, 1° PREMIO, Elena Maru’ (F. Crispi/1B); 2° PREMIO, Paola Intorrella (F. Crispi/1B); 3° PREMIO, Lucia Traina  (F. Crispi/1B). Premio della ad Alessia Blanco (Vann’Anto’/1G).

  A consegnare i premi, tra gli altri, è stato anche il sindaco Federico Piccitto che ha partecipato all’incontro per ricordare Mimì che “ha amato Ragusa- ha detto- ed aveva nel cuore il benessere di questa città” ed ha anche sostenuto che “iniziative del genere, vanno sicuramente promosse, incoraggiate e mantenute nel tempo”. Un momento molto emozionante è stato sicuramente l’intervento del poeta dialettale Peppino Burgio che ha dedicato un  libro, che è ancora in fase di pubblicazione, al suo caro amico, dal titolo “Sciauru i muru a siccu” e commuovendosi più volte, ricorda le parole di Mimì : ” Peppino tu devi scrivere e fin quando c’è qualcuno che ascolta un verso,  non devi mai fermarti e continuare, così per la tua strada”

“Era questo Mimì, ci racconta il figlio Peppe, noto musicista ragusano (presente alla premiazione insieme a Sara ed ai fratelli Vania e Michele Arezzo), era colui che ci svegliava la domenica mattina per andare a vedere la Vallata di Santa Domenica, era quello che ogni sera, prima di andare a letto raccontava ai figli una diversa vicenda siciliana, era quello che andava nelle scuole e tramandava ai giovani ragazzi l’amore per la nostra terra ed era lo stesso a cui veniva chiesto se la data del prossimo incontro poteva essere il più vicino possibile, era colui che non conosceva il male e quello che trovava sempre il lato positivo e la giustificazione ad ogni cosa, era fautore dell’ottimismo e del sorriso facile, e la gente come lui se ne va sempre troppo presto perchè la vita l’ha trattato come una spugna che ha spremuto per aver dato così tanto agli altri, era quello che non conosceva la frase”adesso non posso ascoltarti” ed era, soprattutto quello che negli ultimi giorni della sua malattia, quando era in ospedale, nonostante la notte avesse dolori lancinanti, non chiamava le infermiere per non disturbarle e, non appena quest’ultime accorrevano, si scusava, per la prima mezz’ora del disturbo provocatogli.

Ma Mimì era soprattutto quello che ci ha insegnato l’umanità,l’umiltà e l’entusiasmo per le cose che facciamo ed è proprio  grazie a questo che noi riusciamo ad andare avanti, per tramandare agli altri ciò che questo meraviglioso uomo ci ha insegnato. Mio padre era tutto questo”.

Federica Farnisi

Referente Giovannella Galliano, giornalista