Che non si possa fare di tutta l’erba un fascio, parlando dei partiti e della politica in genere, è un fatto assodato. I partiti, nello stato attuale, sono in grande crisi , se si pensa che l’antipolitica è imperante e di facile consenso, dal momento che quest’ultima distrugge senza fare proposte concrete.
E’ facile oggi cadere nelle maglie dell’antipolitica, ed il momento che viviamo è pericoloso. Pensiamo ad anni importanti della nostra storia, il 1929 ad esempio, il 1919 /20, a ridosso della grande guerra e agli esordi del fascismo: la storia vive di corsi e ricorsi.
Il momento è problematico in quanto gli ideali e i valori sono in secondo piano rispetto alla cruda e dura realtà.
Ma è proprio in questo momento che i partiti devono dare soluzioni, non solo ratificando ciò che il governo tecnico propone, in quanto si chiede a questi, intendiamo i partiti, coerenza, competenza e qualità di proposte.
Il grande centro, proposto da Casini pone dei quesiti: come gestire credi e valori diversi nel medesimo contenitore?, come far convergere interessi di diverse classi sociali , sindacalisti, imprenditori, pdl e pd, insieme al collaudato centro? E’ difficile accordare intenti e interessi vari su programmi comuni. Forse la proposta di Pier Ferdinando Casini si mostrerà , a breve, fattibile ma porta a delle perplessità: un’avventura politica da intraprendere e da percorrere.
Qualcheduno è perplesso, in quanto scomparirà lo scudo crociato dall’emblema, ma certamente si dovrà convergere su teorie economiche liberali e non certamente sui vecchi valori.
Si avverte una confusione, ma il futuro dei partiti deve essere rinnovato: la società civile non è, al momento attuale, propensa ad accettare vecchie soluzioni i facile impatto mediatico, dati i risultati che la medesima ha vissuto durante il berlusconismo.
Bisogna prendere atto del fatto che quanto proposto negli ultimi tempi dall’Udc è la novità in un momento di grande crisi economica in cui versa l’Italia.