PER LA QUARTA VOLTA SARA’ CONVOCATO IL C.C. MA LA REGIONE VIGILERA’

L’Assessorato Regionale agli Enti Locali ha invitato il Presidente del Consiglio, dott. Fabio Aprile, a riconvocare per la quarta volta il Consiglio Comunale per la surroga del dimissionario consigliere comunale Giuseppe Giudice al fine di ripristinare il plenum del consiglio comunale, di 20 consiglieri. Infatti nella mattinata del 24 maggio il presidente del Consiglio Comunale, dott. Aprile, accompagnato dal Comandante dei Vigili Urbani, dott. Bottaro, ha incontrato il Dirigente Generale del Dipartimento delle Autonomie locali, dott.ssa Luciana  Giammanco, con la quale sono stati concordati i passaggi per ripristinare la legalità ed il plenum del consiglio comunale di Pozzallo. Precedenti contatti telefonici tenuti dal Segretario comunale, dott. Bella, su esplicito mandato del presidente Aprile, hanno consentito in tempi rapidi l’incontro palermitano tra il presidente del Consiglio Comunale e il suddetto Dirigente Generale. A questo il Presidente del Consiglio ha prodotto tutta la documentazione relativa ai consigli comunali precedenti nel corso dei quali non è stato possibile surrogare il consigliere comunale dimissionario ed insediare il primo dei non eletti nella stessa lista, Carmelo Di Stefano. La vicenda del consiglio comunale di Pozzallo è dunque all’attenzione dell’Assessorato regionale competente ed anche il presidente Lombardo segue da vicino l’iter insolito determinatosi a Pozzallo con stasi e blocco totale delle attività consiliari. A giorni, dunque, per la quarta volta il consiglio sarà chiamato alla surroga, ma sotto la lente d’ingrandimento dell’Assessorato Enti Locali, che nel caso di ulteriore  fumata nera non mancherà d’intervenire per assumere le decisioni di legge. Alla luce del monitoraggio e dell’attenzione assicurata dall’Assessorato regionale agli Enti Locali, il Presidente del Consiglio Comunale, l’amministrazione comunale ed il sindaco Sulsenti invitano il subentrante consigliere Carmelo Di Stefano a sospendere l’occupazione in corso dell’aula consiliare come gesto eclatante di protesta contro l’abuso del suo mancato insediamento in consiglio comunale quale primo dei non eletti.