PER L’EMERGENZA SBARCHI UNA GRANDE SINERGIA FRA ORGANISMI PUBBLICI

All’indomani del suo arrivo a Ragusa in questa provincia di frontiera, il Prefetto Francesca Cannizzo faceva la sua prima,grande esperienza di un’emergenza sbarchi con ben 304 migranti clandestini arrivati al Porto di Pozzallo. In quel momento, per come sono andate le cose quella notte, avrà certamente pensato che c’era molto da fare per arrivare ad un piano coordinato di soccorso ed assistenza in emergenza sbarchi;  che c’era tutto da costruire con pazienza, con tenacia  per una macchina sufficientemente efficiente trattandosi di mettere in “armonia” enti diversi per funzioni, capacità, strumenti, mentalità. Se vogliamo fare l’elenco delle tante istituzioni che devono collaborare a questo progetto ci si perde: Prefettura anzitutto come Organismo di coordinamento e poi Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco, Protezione civile, Comuni, Provincia Marina Militare, Esercito, Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza, Azienda sanitaria provinciale, Croce Rossa e  forse ne dimentichiamo qualcuno. Ma questo numero già basta per capire quanto sia stato difficile arrivare alla elaborazione , alla limatura ed alla redazione finale di questo importante strumento di intervento assieme al correlato piano di intervento con la minuziosa declaratoria dei dispositivi di soccorso che è il manuale operativo; cosa ancora più difficile perché poi con questo strumento si passa dal dire al fare e nel fare si sa, sono  molte le variabili indipendenti che alla fine fanno sbagliare. Ma la caparbietà a volte aiuta, eccome a pervenire ad un risultato che ci si è posto come obiettivo. Siamo sicuri che quando il Prefetto Cannizzo ha chiamato a raccolta i suoi collaboratori con la dott.ssa Rosanna Mallemi in prima linea, lo abbia fatto non solo perché ci teneva ad avere, nella provincia italiana più a sud del Paese, ove peraltro era più necessario un piano per la vicinanza alle sponde nordafricane nel Mediterrano e per la storica provenienza dei flussi migratori, ma anche per una sorta di innata generosità verso individui molto più sfortunati di noi che ora vivono la tragedia di una emigrazione che noi abbiamo vissuto molti anni fa con l’emigrazione di nostri conterranei nelle Americhe ed anche in Nord Europa. Senza questi elementi il piano non avrebbe mai visto la luce e al di là della sua funzionalità cui noi modestamente crediamo avendolo letto e riletto più volte, resta il fatto che un Prefetto e la sua equipe ha tirato dal “torpore” decine e decine di uomini anch’essi entusiasti di dare una mano in un momento di bisogno estremo come è quello di uno sbarco con tutte le drammatiche premesse ma una mano vera, capace e caritatevole. Grazie a tutti per questo esempio di civiltà  ormai così rara. (r.r.)