Egregio Direttore,
seguo le vicende politiche con passione non commisurata alle mie limitate capacità e conoscenze in materia. Quasi una scelta obbligata interessarsi, in questi giorni, a quelle riguardanti la Regione Siciliana, il suo nuovo Presidente, le trattative per la formazione della giunta regionale, le prime decisioni importanti nel particolare momento di crisi economica che attanaglia il paese e la Sicilia in particolare.
Fino a ieri, in televisione, su una rete nazionale, in pick time, per giunta di domenica, abbiamo visto Crocetta in grande spolvero, che mieteva consensi e affascinava con le sue parole irruenti e decise, tanto da ricevere esplicita approvazione da esponenti della Lega e del PDL. Non solo il conduttore della trasmissione ma addirittura il navigato Direttore del Tempo di Roma, si sono trovati smarriti di fronte all’inattaccabile protagonismo del Governatore.
Fra le tante problematiche esaminate è venuta fuori quella dei 21 giornalisti dell’Ufficio Stampa della Regione Siciliana, che Crocetta, senza mezzi termini vuole mandare letteralmente a casa, giudicandoli eccessivi come numero sulla base dell’effettivo lavoro da svolgere. Le sue parole, al riguardo, sono state emblematiche del tono spavaldo tenuto per tutta la trasmissione: ”L’Ufficio stampa della Regione? Se ne devono andare tutti a casa. C’è la rivolta, lo so. I giornalisti quando criticano la casta sono bravissimi, quando sono loro la casta diventano un corpo da difendere. Da sindaco ho licenziato la moglie di un capomafia, figurarsi se mi faccio intimidire dall’Assostampa”.
Il fatto, da diversi giorni, occupa spazio non indifferente su tutti i giornali, cartacei e online, con interventi dell’Ordine dei Giornalisti, dell’Assostampa e della Federazione Nazionale della Stampa.
Le notizie e le opinioni non sono tutte concordanti, per cui è naturale rivolgersi al ‘proprio’ giornale, al Suo Direttore, alla Sua esperienza e conoscenza del mondo giornalistico, per capirci qualcosa.
Non si capisce se questi giornalisti hanno un contratto a termine o a tempo indeterminato, non si capisce perché sono nel mirino 21 lavoratori in presenza di duemila dirigenti, considerati anch’essi in numero esorbitante, di ventottomila forestali e di chissà quanti altri lavoratori di cui la Regione potrebbe fare benissimo a meno.
Si assiste ad una scaramuccia verbale fatta di avvisi verbali di licenziamento, di annunciate vertenze legali, di certezze sulla validità dei contratti, con uno spettacolo tipicamente italiano, dove tutti hanno ragione e tutti hanno torto.
Viene tirata fuori la faccenda che questi giornalisti siano stati assunti senza concorso, con nomine fiduciarie, senza dire se la cosa, messa in atto da precedenti amministratori, sia stata lecita o meno.
E al riguardo, se la cosa non rientra fra le leggi e i regolamenti che normano questa materia, come mai, a suo tempo, Ordine, Assostampa e Federazione non hanno sollevato eccezioni?
Fra l’altro si legge che in tante altre Regioni, anche con minor numero di abitanti, il numero degli addetti all’Ufficio Stampa non sia tanto diverso, se non addirittura maggiore.
In definitiva, può il Presidente mandare a casa queste 21 persone ? Perché tanto rumore, mentre non si sono sollevate voci di pari intensità, per esempio, per i lavoratori della Fiat, mandati a casa senza tante cerimonie?
La cosa preoccupa il comune povero cittadino, in verità, non tanto per la sorte che toccherà a queste 21 persone (considerati gli stipendi non avranno eccessivi problemi, quanto meno nel breve periodo, e, in ogni caso, considerate le professionalità, troveranno presto adeguata sistemazione) ma piuttosto perché sarebbe deleterio, per l’immagine del nuovo Presidente, e quindi a cascata per l’immagine di tutta la Sicilia, dopo avere declamato in un palcoscenico nazionale, se, a seguito di una vertenza, i lavoratori fossero reintegrati nelle loro funzioni, o, peggio ancora, restassero al loro posto.
Allora sarebbero da mandare a casa i consiglieri legali del Presidente, che, di certo, saranno stati consultati sulla materia.
Resta da dire che si tratta, in ogni caso di arretratezza che non è solo siciliana ma nazionale: un sano e rinnovatore spoil-system dovrebbe prevedere un tutti a casa con il Presidente uscente e nuove figure di fiducia con il subentrante, questo anche per dirigenti e burocrati vari, come in America e in altre nazioni evolute. Invece tutti vogliono fare i professionisti e i consulenti, ma alla fine cercano solo il posto fisso.
Al riguardo, quanto mai gradito il Suo competente parere
Cesare Pluchino
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Gentile lettore ho inviato al Presidente Crocetta nei giorni scorsi una richiesta scritta per avere copia dei contratti dei giornalisti. Non ho ancora ricevuto nè risposta nè il materiale e quindi pur avendo ospitato diversi interventi su Ragusa Oggi non mi sono pronunciato sul metodo di assunzione, sulla posizione lavorativa di questi colleghi etc etc etc. Con la premessa che un licenziamento, in tronco o meno, è sempre un’operazione dolorosa le assicuro, che interverrò sulla vicenda, ma con cognizione di causa, in modo chiaro e spero preciso. Grazie comunque per il suo intervento.
Franco Portelli